Buttiamo via gli aspetti negativi del nostro carattere
Un’espressione che l’Apostolo Paolo utilizza al riguardo è: “Gettare via”, …Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!” (Efesini 4:31). Il nostro temperamento deve essere controllato dallo Spirito Santo. Nel momento in cui ciò non avviene, ecco manifestarsi i frutti della carne: “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.” (Galati 5:19-21). Un temperamento controllato dallo Spirito Santo, produce invece il frutto dello Spirito: “il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c’è legge. Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito” (Galati 5:22-25). Non cerchiamo giustificazione nascondendoci dietro la famosa frase: “Questo è il mio carattere!”, poiché dicendo questo, affermiamo che Dio non può fare nulla per noi. Dio ci ama così come siamo, ma ci ama talmente tanto da non lasciarci come siamo. “Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato” (1 Corinzi 9:26-27).
Buttiamo via la nostra ansia
La molta apprensione che si nasconde nella nostra vita, facilmente si trasforma in ansia. Domandiamoci: Siamo o non figli di Dio? Dio è davvero nostro Padre? Se possiamo rispondere sì a queste domande, non dobbiamo temere nulla:“Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico, che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l’erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?” Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Matteo 6:25-34). Notiamo in questi versetti l’invito del Signore: “Non siate in ansia”. Gettiamo via ogni sollecitudine ansiosa, perché Dio si prende cura di noi: “… perché io, il Signore, il tuo Dio, fortifico la tua mano destra e ti dico: Non temere, io ti aiuto! Non temere, Giacobbe, vermiciattolo, e Israele, povera larva. Io ti aiuto, dice il Signore. Il tuo salvatore è il Santo d’Israele” (Isaia 41:13-14).
Buttiamo via la nostra pigrizia
A volte capita di incontrare cristiani particolarmente pigri: non hanno voglia di fare alcun ché. La pigrizia è un pericolo da non trascurare. Il gran re Davide cadde in un vortice di peccati a causa della pigrizia: “L’anno seguente, nella stagione in cui i re cominciano le guerre, Davide mandò Ioab con la sua gente e con tutto Israele a devastare il paese dei figli di Ammon e ad assediare Rabba; ma Davide rimase a Gerusalemme. Una sera Davide, alzatosi dal suo letto, si mise a passeggiare sulla terrazza del palazzo reale; dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno. La donna era bellissima…” (2 Samuele 11:1-2). Se la pigrizia trovò posto nel cuore di Davide, potrebbe trovarlo anche nel nostro cuore ed in quel caso, grande sarebbe la nostra rovina: “Fino a quando, o pigro, te ne starai coricato? Quando ti sveglierai dal tuo sonno? Dormire un po’, sonnecchiare un po’, incrociare un po’ le mani per riposare… la tua povertà verrà come un ladro, la tua miseria, come un uomo armato” (Proverbi 6:9-11). La vita del pigro conduce velocemente alla povertà, come dimostrano i seguenti versetti:“La via del pigro è come una siepe di spine, ma il sentiero degli uomini retti è piano,” (Proverbi 15:19);“La pigrizia fa cadere nel torpore, e la persona indolente patirà la fame.” (Proverbi 19:15);“Il pigro tuffa la mano nel piatto e non fa neppure tanto da portarla alla bocca.” (Proverbi 19:24); “Il pigro non ara a causa del freddo; alla raccolta verrà a cercare, ma non ci sarà nulla.” (Proverbi 20:4); “I desideri del pigro lo uccidono, perché le sue mani rifiutano di lavorare.” (Proverbi 21:25); “Il pigro tuffa la mano nel piatto; e gli sembra fatica riportarla alla bocca.” (Proverbi 26:15); “Per la pigrizia sprofonda il soffitto; per la rilassatezza delle mani piove in casa.” (Ecclesiaste 10:18). Bando dunque alla pigrizia:“Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore;” (Romani 12:11). Rimbocchiamoci le maniche perché il lavoro è molto e la necessità che sia svolto è impellente, sebbene le forze siano scarse:“E diceva loro: «La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse perché spinga degli operai nella sua mèsse” (Luca 10:2).