“fui in prigione e veniste a trovarmi” (Matteo 25:36)
E’ trascorso un altro anno e l’opera di assistenza spirituale ad alcuni detenuti della Casa Circondariale “Piccolini” di Vigevano è in pieno sviluppo. Anche se è difficile stabilire un numero, a motivo di trasferimenti e scarcerazioni, oggi sono ben 24 le persone che frequentano regolarmente i culti. Ogni venerdì mattina, la Parola è predicata e condivisa da fratelli e sorelle e da alcuni “simpatizzanti”, suddivisi per sezioni (due maschili e due femminili). Sebbene l’ambiente non sia prettamente “ecclesiastico”, diventa Chiesa in virtù della presenza dello Spirito Santo e del nome di Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. Svolgiamo i culti in piccole celle, spesso disturbati dal via-vai delle guardie, ma la presenza del Signore è così tangibile da farci dimenticare il posto in cui siamo. Le benedizioni sono copiose, alcuni ascoltano con le lacrime agli occhi, altri hanno timore di manifestare i propri sentimenti, ma l’espressione radiosa del loro volto, ci fa comprendere che il messaggio divino ha, ancora una volta, raggiunto l’obiettivo. Alcuni di loro, in obbedienza all’ordinamento di Gesù di andare per tutto il mondo (il loro mondo del carcere) a predicare l’Evangelo, invitano altri a frequentare le riunioni. Possa il Signore continuare a benedire l’opera missionaria in questo luogo di sofferenza, affinchè molti, toccati dalla Parola rigeneratrice, possano ottenere una nuova vita e ritornare liberi socialmente e, soprattutto, spiritualmente.
Dio benedica la Sua opera anche, e soprattutto, in questo ambiente poiché Egli non è venuto per giudicare ma per salvare, così come è scritto nell’Evangelo di Giovanni cap. 3 v. 17: “Infatti Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.