Qui entra in gioco il discernimento spirituale, cioè quell’abilità fornita da Dio di conoscere e comprendere attraverso le Scritture prima la Verità di Dio e poi la Sua Volontà per noi e, soprattutto, applicarla al nostro quotidiano. Essendo un’abilità dispensata da Dio, non possiamo pensare di poterla praticare a prescindere dallo Spirito Santo. E’ evidente, infatti, che solo ripieni di Spirito Santo potremo esercitare il discernimento spirituale. Tale esercizio necessita di pratica. Così come all’inizio saremo in grado di riconoscere solo le banconote grossolanamente contraffatte e solo dopo successivi meticolosi esami, potremo smascherare il più sofisticato falsario, inizialmente separeremo ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e, successivamente, con la continua pratica del discernimento, sapremo cogliere il meglio dal buono. In certo qual modo, possiamo dire che il discernimento è la sapienza in azione. Infatti, tale esercizio, non può rimanere astratto, bensì deve essere applicato. Una volta assunto, cosa sia giusto, è fondamentale attenercisi, così come, una volta stabilito cosa sia sbagliato, è necessario astenersi e rigettarlo con fermezza. “Ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male” (I Tessalonicesi 5:21-22). “Comportatevi come figli di luce, poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità, esaminando che cosa sia gradito al Signore.” (Efesini 5:8-10). Ciò sarà foriero della nostra crescita e maturità spirituale e potremo, attraverso il nostro comportamento, glorificare Dio. Come cristiani, sappiamo di non avere bisogno di intermediazione alcuna per la comprensione della Scrittura e ne godiamo il privilegio, accettandone la responsabilità. Possiamo esprimere concretamente privilegio e responsabilità all’interno della nostra comunità locale. Abbiamo detto che il discernimento spirituale è un’abilità dispensata da Dio e solo essendo ripieni di Spirito Santo, possiamo esercitarla. Se dunque lo Spirito Santo agisce personalmente nel singolo cristiano, ha anche una valenza comunitaria. “Custodisci il buon deposito per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi” (II Timoteo 1:14). Attraverso i Suoi doni forma nella nostra chiesa locale una rete indissolubile d’amore e di servizio. La varietà di questi doni è prevista come specifica risposta ai singoli bisogni della nostra realtà locale e lo Spirito Santo li distribuisce, sospingendo i destinatari della Sua elargizione ad esercitarli per l’edificazione ed il bene comune della comunità, affinché tutti noi membri possiamo vedere e comprendere l’opera di Dio nel nostro mezzo, possiamo apprezzarla e, di conseguenza, ringraziare Dio, glorificandoLo. Sebbene sia lo Spirito Santo, e non noi, a dispensare questi doni, non siamo esentati dal ricercarli. “Voi però desiderate ardentemente i doni maggiori” (I Corinzi 12:13). Nella Scrittura è evidente che persino la Chiesa del primo secolo era minacciata da falsi profeti e spiriti seduttori, ed il discernimento era già allora dispensato dallo Spirito Santo, affinché i nostri fratelli delle origini fossero in grado di difendersi vittoriosamente da questi attacchi. “Carissimi non crediate ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio. perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo” (I Giovanni 4:1). Se ci disponiamo a ricevere doni dallo Spirito Santo, dobbiamo chiederli in preghiera e desiderarli profondamente. E’ buono condividere le nostre intenzioni con il Pastore e con gli anziani della comunità affinché riceviamo il giusto incoraggiamento. E’ altresì indispensabile sperimentare la grazia di Dio: dobbiamo muoverci nella potenza dello Spirito Santo e realizzare passioni e capacità spirituali che nulla hanno a che spartire con i talenti naturali personali. Una volta ricevuto il dono del discernimento, dobbiamo innanzitutto accettarlo e disporci ad utilizzarlo con grande umiltà a servizio della chiesa. “… desidero che siate saggi nel bene e incontaminati dal male” (Romani 16:19). Uno dei maggiori pericoli che ci minacciano quando esercitiamo il discernimento, è la mancanza di amore, in quanto la bramosia di difendere la Verità, sembra oscurare la nostra capacità di dimostrare amore verso i fratelli. Concentrandoci troppo nel cercare errori e trasgressioni, rischiamo di diventare insopportabili. “Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci nell’amore e nelle buone opere …” (Ebrei 10:24). “Lo scopo di questo incarico è l’amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera” (I Timoteo 1:5). Anche essere consapevoli delle nostre capacità ci espone al pericolo di cadere nell’orgoglio, perciò dobbiamo essere ben disposti ad essere messi in discussione dalla fratellanza “Or questi (i fratelli di Berea) erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così” (Atti 17:11), ed essere coscienti che, sebbene spiritualmente ben equipaggiati, faremo degli errori, che ci faranno ricordare, se mai fosse necessario, che unica fonte ed ispirazione del discernimento spirituale è il Signore.
Abbiamo iniziato la nostra riflessione con l’esempio delle banconote. Vogliamo concludere, prendendo in prestito una formula proporzionale altrettanto esplicativa: possiamo dire, in buona sostanza, che il discernimento spirituale sta alla chiesa locale come il sistema immunitario sta al corpo umano. Come il sistema immunitario protegge il corpo umano dall’attacco di germi, virus e batteri, il discernimento spirituale debella gli attacchi delle false dottrine liberando la chiesa preservandone la salute spirituale.
Iddio ci aiuti ad esercitarlo di testa e di cuore, con nobili modi, per puri scopi.
“E prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento perché possiate apprezzare le cose migliori …” (Filippesi 1:9-10)
Alessandra Protti
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