Cronaca di una battaglia

E’ necessario perseguire la comunione con Dio quotidianamente, facendo buon deposito da “sfruttare” nei momenti di difficoltà, poiché, se non conosciamo intimamente la Sua voce, nell’infuriare della battaglia, potremmo non riconoscerla. Non possiamo fare di testa nostra e poi pretendere che il Signore sistemi le cose. Prima di agire dobbiamo avere la certezza del consiglio di Dio (v. 17). Talvolta il nostro comportamento assomiglia a quello dell’inizio della vicenda di Gedeone (Giudici 6:13) e di Geremia (Geremia 1:6); sappiamo tuttavia che, come i due personaggi citati (Giudici 6:14; Geremia 1:8-10), anche noi, equipaggiati della Sua forza, avremo vittoria nel Signore. Se mettiamo il Signore al primo posto, vedremo la Sua gloria, e saremo vittoriosi (Matteo 6:33; Matteo 16:25). Se siamo davvero morti in Cristo e rinati con Lui, non apparteniamo più a noi stessi, bensì a Lui e non possiamo rivendicare nulla, poiché tutto quello che abbiamo, viene da Lui. Siamo rinati in novità di vita non per riprendere le nostre vecchie abitudini, ma per essere al Suo servizio. L’obiettivo principale del diavolo, non siamo noi, bensì Dio. Il nostro nemico vorrebbe servirsi di noi per offendere Dio. Se è vero come è vero che noi rappresentiamo la fiducia che Dio ha riposto in noi, una Chiesa afflitta, delle sedie vuote, la mancanza di lode, parrebbero legittimare la vittoria del nemico. Consoliamoci sapendo che il Signore è il Buon Pastore, che conduce e non costringe, e non abbandonerà mai l’opera Sua. Che fare dunque? Cedere alla paura o fidarci di Dio? La promessa è fondata sulla Parola, lo Spirito Santo ci guida, ma ci è necessario entrare nella dimensione di Dio. Giosafat esprime tutta la sua umanità (v.20), ha paura, ma crede alla potenza dell’Eterno degli eserciti. La fede è una sfida! Guardare in alto non è facile, ma lo Spirito Santo ci conduce come si conviene. Non scoraggiamoci, piuttosto incoraggiamo i fratelli. Vogliamo essere come i trecento uomini con Gedeone (Giudici 7:7) come Giosuè e Caleb (Numeri 14:7-9). “Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono” (Ebrei 11:1), esercitando la fede, possiamo non solo avere certezza di benedizioni future, bensì possiamo comportarci come se le avessimo già ricevute. Non possiamo disertare il campo di battaglia, dobbiamo combattere con la certezza della vittoria perché Dio è con noi e per noi. Egli è fedele e non ci lascia soli. Abbiamo un’arma più potente della bomba atomica: la lode (v.21-22). Paolo e Sila, nel carcere di Filippi, sebbene in ceppi, cantavano lodi al Signore e ricevettero una gloriosa liberazione (Atti 16:25-26). Attraverso la lode entriamo nella dimensione di Dio. Se vogliamo muovere il braccio di Dio, pratichiamo la lode ed esercitiamo la fede. Al Golgota sembrava che il diavolo avesse vinto. Gesù era morto. Agli occhi umani Gesù è morto. Ma non è così. Gesù è risorto! Gesù è vivente! Alleluja! Gesù vuole rinascere in te, nel tuo cuore come successe ai due discepoli sulla via di Emmaus (Luca 24:32), con rinnovata potenza e vittoria. Ancora oggi lo Spirito Santo ci dice: “Tu puoi!”, “Guarisci!”, “Sei libero!”. Non possiamo imporre a Dio la nostra logica umana. Gesù ci dice ancora oggi: “Ogni cosa è possibile a chi crede!” (Marco 9:23). E illogico e irrazionale, ma è Dio! Esercita la fede, loda il Signore, siiGli ubbidiente e vedrai la gloria di Dio! Questa battaglia, la battaglia che stai combattento, non è battaglia tua ma di Dio. Tu Gli appartieni ed Egli combatterà per te. Amen!

Pastore Raffaele Lucano

 

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