Il libro di Neemia è uno dei dodici libri storici; essi narrano gli eventi di circa mille anni: dall’entrata di Giosuè con il popolo nella terra promessa fino a quattrocento anni prima della venuta di Cristo. Questo millennio di storia può essere suddiviso in quattro periodi fondamentali:
1) La storia della teocrazia o periodo dei Giudici; il Governo era esercitato dai Giudici e dai sacerdoti. Essi governavano da parte di Dio e la Legge dell’Eterno era il loro fondamento, quando non confondevano la teocrazia con una democrazia più libertina che liberale: “In quel tempo, non c’era un re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio”. (Giudici 21:25).
2) Storia della Monarchia; il periodo governato dai re fu uno dei più complessi della vita del popolo d’Israele, soprattutto dal punto di vista spirituale. Esso ricopre un intervallo di tempo che comincia con la nomina di Saul re d’Israele: “Allora Samuele prese un vasetto d’olio, lo versò sul capo di lui, baciò Saul e disse: Il Signore non ti ha forse unto perché tu sia capo della sua eredità?” (I Sam. 10:1) e termina con la deportazione a Babilonia del re di Giuda Joiachim.
3) Storia dell’esilio o della cattività; racconta il periodo di permanenza del popolo ebreo in Babilonia (II Cron. 36:6-23).
4) Storia della restaurazione; comprende tutte le vicende dal ritorno di alcuni esuli da Babilonia fino alla ricostruzione di Gerusalemme.
Il libro di Neemia è ambientato nella fase ultima del periodo storico dei Giudici, è un testo scritto in prima persona e, senza dubbio, l’autore è Neemia. Sebbene fosse nato in esilio, Neemia aveva nel cuore la città di Gerusalemme, che era stata devastata da Nabucodonosor. Nonostante fosse coppiere del re Artaserse I e vivesse agiatamente, Neemia era dispiaciuto per le condizioni dei suoi fratelli rimasti a Gerusalemme. La sua tristezza fu talmente palese a corte, che il re gli accordò il permesso di andare a Gerusalemme per riorganizzare la vita di quel popolo (Neemia 2:2-7).
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