dalla predicazione del 08 settembre 2013
Lettura da 2 Corinzi 3:1-18
Lo specchio è un oggetto piuttosto comune. Tutti noi ne possediamo qualche esemplare in casa, le signore ne portano uno anche in borsetta. Certamente ne ricordiamo uno alquanto famoso, al quale un personaggio piuttosto sinistro si rivolgeva così: “Specchio servo delle mie brame …”, la cui versione in positivo recita così: “gli occhi sono lo specchio del cuore”.
Molti di noi appena svegli, non riescono a connettere se non hanno bevuto il primo caffè della giornata e per taluni risulta inimmaginabile anche il confronto con lo specchio del bagno. Solo più tardi, dopo un’attenta toilette, possiamo affrontare la nostra immagine riflessa. Ma se sono sufficienti trenta/quaranta minuti per rendere la “conchiglia” presentabile, come la mettiamo con la “perla”? Chi e cosa vediamo riflesso ad ogni nostro risveglio nello specchio di Dio? Forse per le nostre rughe spirituali abbiamo bisogno di qualcosa di più potente di un latte detergente o di un dopo barba! Basterà una mezz’oretta di preghiera e di meditazione della Parola? Certo è che non possiamo usare lo specchio di Dio con la stessa disinvoltura con la quale utilizziamo lo specchio del bagno. Dobbiamo comprendere che essendo “di Dio” è uno strumento unico e prezioso. Ciò che lo rende speciale è che riflette da tutte e due i lati perché è fatto di un materiale altrettanto unico e prezioso: il sangue di Gesù. Il sangue di Gesù, squarciando la cortina del tempio (Marco 15:38), rendendo obsoleto il velo sul viso di Mosè (Esodo 34:33-34), ripristina la relazione tra Dio Padre e i Suoi figli. E il piano di Dio si compie. Nello specchio di Dio, la nostra immagine torna così ad essere “a Sua somiglianza”, quella somiglianza perduta a causa del peccato. Così Dio vede la Sua Chiesa attraverso il Suo specchio: “gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile” (Efesini 5:27). E noi, cosa vediamo nello specchio di Dio? Ad un primo sguardo, l’effetto è ben peggiore che appena svegli e senza caffè davanti allo specchio del bagno. Nella nostra umanità, se siamo consapevoli di essere davanti allo specchio di Dio, allora ci vediamo disordinati, brutti, sporchi, nudi, in una parola vergognosi nella nostra misera condizione spirituale. Così è, alla luce della Parola, la nostra condizione di fronte a Dio: “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno…” (Geremia 17:9). Com’è possibile che lo stesso specchio rifletta due immagini così diverse? Cosa dobbiamo fare per cambiare? Noi nulla, perché questa è un’opera spirituale! O meglio, niente di più che accendere la luce dello specchio di Dio! Come ogni buono specchio del bagno, anche quello di Dio ha una luce, spirituale, s’intende! E’ lo Spirito Santo. Quello che dobbiamo fare è permettere la Sua azione. Questa produrrà la trasformazione necessaria. Troviamo conforto nella Parola: “E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”(Filippesi 1-6). Ad ogni buon conto dobbiamo imparare dal Maestro.
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