I problemi dei genitori singoli
“Confidate per sempre nel Signore, perché il Signore, sì il Signore, è la roccia dei secoli” Isaia 26.4 Questo versetto è rivolto particolarmente a coloro che un giorno hanno accettato Gesù nella propria vita, perché solo chi ha fatto un’esperienza personale, dopo aver dato il proprio cuore a Lui, è in grado di capire, quanto Dio sia importante nella propria vita e realizza che Dio, e solo Lui, si prende cura di noi, della nostra casa e della nostra famiglia. In questo studio affronteremo il problema dei genitori rimasti soli, a seguito di due circostanze negative: la morte di uno dei due e il divorzio. Il primo, seppur sconvolgente, è più accettabile perché fa parte del piano divino della vita (dopo l’ingresso del peccato), il secondo risulterà più drammatico perché scioglie il legame che Dio ha stabilito per la coppia per tutta la vita. In entrambi i casi, è necessario:
Provvedere alla famiglia
La morte è una realtà alla quale tutti dobbiamo sottostare; in Ebrei 9:27 è scritto: “… è stabilito che gli uomini muoiono… dopo di che viene il giudizio”. Essa può giungere in modo naturale, violento o tramite una malattia, ma lascia sempre un vuoto intorno a chi rimane. La Parola di Dio ci fa comprendere che la morte, per il credente, è la separazione dal mondo fisico per essere con Cristo. L’apostolo Paolo in Filippesi 1:23 ardisce l’espressione “ …il desiderio di partire e d’essere con Cristo”.
In ogni modo, la morte del coniuge causa un forte dolore e chi rimane solo deve affrontare i problemi di solitudine, abbandono, indecisione e ansia per il proprio futuro. Per il credente è fondamentale non lasciarsi sopraffare dagli stati emotivi, ma cercare di immergersi nella grazia di Dio che sostiene chiunque confida in Lui. Sin dai tempi antichi, Dio ha avuto particolare riguardo verso queste persone. Il libro di Ruth 2:2-16 ci descrive la vedova che aveva il permesso di spigolare, al tempo della mietitura del grano, in campi altrui senza alcun addebito. Nel libro del Deuteronomio 24:17, si cita il caso in cui, sebbene una vedova indigente avesse avuto dei debiti, non sarebbe stato lecito sottrarle le vesti; in 1° Timoteo 5:4, si evidenzia l’impegno morale dei parenti di prendersi cura di queste donne. Oggigiorno i problemi sono gli stessi; ad essere cambiate, sono le usanze. Il coniuge rimasto solo (non ci sarà la vedova che spigola nei campi), dovrà provvedere per i figli, sia emotivamente sia spiritualmente, cercando di supplire alla mancanza del genitore assente. Per questo motivo il genitore deve cercare di vivere una vita creativa e produttiva. La morte produce dolore e l’afflizione è un’esperienza universale, ognuno la vive in maniera diversa, ma il credente che crede nelle promesse di Dio l’affronta con la speranza in Colui che provvede. Il credente può sperimentare l’afflizione senza disperare, sostenuto dalla Parola di Dio e, accettando la Sovranità di Dio, non dubita che Egli possa trarre del “dolce” anche nella situazione più “amara”. Altro motivo di grande sofferenza è la separazione dei coniugi. Qualcuno ha definito il matrimonio come “la tomba dell’amore” altri, invece, lo considera come “un angolo di paradiso sulla terra”, evidentemente tutto dipende dalle esperienze soggettive degli individui. Dio ha istituito il matrimonio (l’unione di due persone di sesso diverso) e lo ha definito “molto buono”, lo ha benedetto e la Bibbia lo dichiara in Ebrei 13:4 “Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti, e sia il talamo incontaminato…” Il matrimonio è, quindi, voluto da Dio. Egli lo istituì per dare un aiuto, una compagnia, un completamento dell’uomo nella donna, e della donna, nell’uomo. Questa relazione necessita il rispetto di norme fondamentali, fondate sulle Scritture. Non rispettare queste norme divine, espone il matrimonio alla separazione e al divorzio. Il divorzio è un evento traumatico per la coppia, soprattutto per i figli. Potrebbero nascere delle incomprensioni tra coniugi, ma la Grazia di Dio induce a comportamenti saggi e alla riconciliazione. In Proverbi 24:3 troviamo “La casa si edifica con la sapienza e si rende stabile con la prudenza”, poiché il Signore protegge il matrimonio, quando vi è pari sottomissione e ubbidienza “E vi sarà una tenda per far ombra di giorno e proteggere dal caldo, e per servir di rifugio e d’asilo durante la tempesta e la pioggia” Isaia 4:6. Nel Nuovo Testamento, quando il Signore parlò del divorzio, dichiarò di non approvarlo, in Matteo 19:4 leggiamo “…quello che dunque Iddio ha congiunto, l’uomo non separi”, questa risposta è in armonia con le parole di Dio in Malachia 2:16 “ … io odio il ripudio (o il divorzio)”.
La vittoria in mezzo alle prove
I coniugi sono chiamati a mantenere saldo il proprio matrimonio e i credenti che hanno riposto la loro vita in Cristo scoprono, giorno dopo giorno, che il Signore è il Salvatore e si prende cura di ogni suo figlio. Fino a quando vivremo su questa terra, tutti noi saremo soggetti alle avversità, potremo avere problemi fisici (malattie), emotivi (ansietà, paure, dubbi, ecc.) e spirituali (persecuzione per la fede, combattimenti interiori) ma quale meravigliosa certezza sapere che il Signore, il Sommo Sacerdote, ha promesso di camminare con noi “nella valle della morte” (Salmo 23). Egli ci conforterà e ci aiuterà ad attraversare ogni circostanza difficile cambiando “la valle del pianto” in “luogo di fonti” (Salmo 84).
Considerazioni finali
Non scoraggiamoci nelle difficoltà, non stanchiamoci di appoggiarci a Lui, ma conserviamo la nostra fede in Colui che ha fatto le promesse e le mantiene, perché ancora oggi Egli ci dice: “Per certo io ti riservo un avvenire felice” Geremia 15:11.