C’è qualcosa in ognuno di noi che ci spinge ad adorare un’entità divina, qualcosa o qualcuno di più grande. Questo desiderio è innato nell’uomo, poiché è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio. Non tutti, tuttavia sentono questo bisogno a conferma che il peccato è passato sopra tutti gli uomini, danneggiando e sbiadendo l’immagine di Dio. Taluni non conoscendo la verità sono indifferenti verso Dio. Il desiderio di noi credenti è, invece, quello di adorare Colui che ci ha creato e salvato.
Insegnamenti biblici sull’adorazione. La scrittura è piena di esempi di adorazione. In I Cronache 16:8-12, troviamo uno dei testi più belli sull’adorazione. Sotto la guida di Davide, l’Arca era stata riportata a Gerusalemme e l’evento fu celebrato con grandi cerimonie. Da questo testo possiamo imparare come offrire correttamente la lode a Dio. Ringraziamo l’Eterno, invochiamo il Suo nome e facciamo conoscere le Sue opere meravigliose fra i popoli. Anche il canto è un’espressione dell’adorazione e la musica è al servizio del messaggio. Dalla lode e dall’adorazione prendiamo vigore dalla nostra Sorgente di forza. Mentre cerchiamo la faccia di Dio siamo rinnovati e riceviamo coraggio per continuare. Quando ricordiamo i miracoli e le meraviglie che Dio ha compiuto nella nostra vita, rinnoviamo la certezza che Egli continuerà a provvederci e ad elargirci le Sue benedizioni. Nell’antico testamento vigeva il sistema sacrificale dell’Antico Patto e l’adorazione era offerta nel Tempio, dove i sacerdoti adempivano i sacrifici ed i rituali per espiare i peccati del popolo. In Giovanni 4:20-24, Gesù afferma che è giunto il tempo del grande cambiamento nell’adorazione: “Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, poiché il Padre cerca tali adoratori” (v.23). La natura di Dio non è comprensibile agli uomini (Romani 11:33), tuttavia sappiamo che Egli ha mente, volontà e potenza, poiché è una persona. Dio è Spirito e l’unico modo per avere un contatto diretto con Lui è adorarlo “in ispirito”. L’adorazione deve anche essere offerta “in verità”.
Adorazione pubblica, cioè nella certezza che Gesù Cristo è il Figlio di Dio e che la Sua Parola è verità assoluta. In I Cronache 29:10-13, Davide, alla fine della sua vita, esprime il suo ringraziamento a Dio per aver provveduto generosamente il materiale per la costruzione del Tempio. Questi passi costituiscono per noi un modello di adorazione. Nella nostra adorazione pubblica è buono lodare Dio per quello che Egli è, cioè il sovrano delle nostre vite e di tutto il Creato. Da Lui riceviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, pertanto Lo ringraziamo con cuore riconoscente. In tal modo la nostra lode può incoraggiare quanti sono accanto a noi a celebrarlo insieme. Altre due caratteristiche indispensabili alla lode sono umiltà e devozione: riconoscendo la Sua assoluta sovranità ci prostriamo a Lui, offrendogli tutto il nostro cuore. Un altro aspetto della lode è l’ordine. L’adorazione deve essere offerta in modo che tutta l’assemblea sia edificata e tutti i membri glorifichino Dio. A questo proposito ancora una volta ci sovviene la Parola: “Che dunque, fratelli? Quando vi riunite, avendo ciascuno di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o un’interpretazione, si faccia ogni cosa per l’edificazione. Se c’è chi parla in altra lingua, siano due o tre al massimo a farlo, e l’uno dopo l’altro, e qualcuno interpreti. Se non vi è chi interpreti, tacciano nell’assemblea e parlino a se stessi e a Dio. Anche i profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino; se una rivelazione è data a uno di quelli che stanno seduti, il precedente taccia. Infatti tutti potete profetare a uno a uno, perché tutti imparino e tutti siano incoraggiati. Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti, perché Dio non è un Dio di confusione, ma di pace.” (I Corinzi 14:26-33)
Adorazione personale. In Cristo ogni credente è reso sacerdote. Questo ci rende in grado di offrire personalmente i nostri sacrifici spirituali al Signore. Sempre Davide è il mostro modello. Colui che era considerato “un uomo secondo il cuore di Dio” (Atti 13:12), pregava quotidianamente. Come il nostro corpo necessita di nutrimento, così la nostra anima. Se mangiamo almeno tre volte al giorno, allo stesso modo, dovremmo nutrire la nostra anima. Spesso trascorriamo frettolosamente dei momenti di preghiera durante la nostra giornata. Dovremmo invece studiarci di dimorare nell’adorazione davanti al Signore, poiché ci sono ricche benedizioni alla Sua presenza (Salmo 16.11). La preghiera è il dialogo personale tra noi e Dio e non è destinata ad un pubblico ascolto. Gesù anche per questo ci da precise indicazioni: “Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa” (Matteo 6:6). E’ interessante notare che il vocabolo che indica il luogo ove ritirarsi in preghiera, deriva da un termine usato per indicare il luogo dove venivano risposti i tesori di famiglia. In Ebrei (13:10-15), sono chiaramente evidenziate l’unicità, la sufficienza e la superiorità del sacrificio di Cristo rispetto a qualsiasi spargimento di sangue animale per la propiziazione dei peccati. Nel volgerci nuovamente al Signore, dobbiamo esprimere sinceramente pentimento, ravvedimento e ringraziamento, non solo a fior di labbra, ma dal profondo del nostro cuore, affinché la nostra lode raggiunga L’Eterno e Gli sia gradita, come un profumo fragrante.
Considerazioni finali. Quando contempliamo la maestà del nostro Signore, Creatore e Salvatore, non possiamo trattenerci dall’ esprimerGli la nostra lode ed il nostro ringraziamento. Possa ognuno di noi custodire gelosamente il prezioso privilegio di comunicare direttamente con il Signore affinché possiamo sempre rinnovare forza, coraggio e sapienza per vivere pienamente fino al Suo ritorno.