Servizio cristiano – 05) La Comunità Cristiana

In quanto responsabili di fronte a Dio del nostro ammaestramento spirituale, sono chiamati alla preghiera, alla lettura e meditazione della Parola, per poter con amore e fermezza adempiere il loro mandato, incoraggiando, consolando, esortando, ammonendo e rimproverando alla necessità. E’ buono pertanto onorare i conduttori non per la loro posizione, bensì per il loro compito. Leggiamo, infatti, in I Tessalonicesi 5:12-13: Fratelli, vi preghiamo di aver riguardo per coloro che faticano in mezzo a voi, che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono, e di tenerli in grande stima e di amarli a motivo della loro opera. Vivete in pace tra di voi.” In questo modo, la responsabilità è equamente ripartita tra conduttori e membri della comunità: gli uni devono essere degni del rispetto ricevuto e gli altri devono manifestare l’apprezzamento sinceramente al riparo da sterili lusinghe e/o critiche. Leggiamo in Ebrei 13:7 “Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio; e considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede.” Quei conduttori che, al di là di istruzione ed ammonimento, vivono un’esistenza che, di per se, è vivente lezione di fedeltà alla Verità in cui hanno creduto, saranno stimati ed imitati da ciascun membro della comunità che è stata loro affidata dal Signore.

La condotta gradita a Dio. Se è vero come è vero che nella Parola troviamo la risposta ad ogni nostra domanda, è altresì vero che in Essa sono contenute tutte le istruzioni sul come comportarci per piacere a Dio. Tuttavia, come diceva il mio papà “non è sufficiente leggere un libro sullo sci, per saper sciare”, dobbiamo conoscere e praticare tali istruzioni. La motivazione è altrettanto rilevante. Il vero credente, che vive una quotidiana comunione con Cristo, non ricerca il successo personale, ma il modo più efficace per rallegrare il cuore di Dio. Animate da questo sentimento, le relazioni con Lui e con la fratellanza non avranno difficoltà ad essere in armonia con gli insegnamenti biblici. Ancora una volta Paolo ci indica in I° Tessalonicesi 4:1-12: “Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate. Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più. Infatti sapete quali istruzioni vi abbiamo date nel nome del Signore Gesù. Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli stranieri che non conoscono Dio; che nessuno opprima il fratello né lo sfrutti negli affari; perché il Signore è un vendicatore in tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e dichiarato prima. Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione. Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito. Quanto all’amore fraterno non avete bisogno che io ve ne scriva, giacché voi stessi avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e veramente lo fate verso tutti i fratelli che sono nell’intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più, e a cercare di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare, affinché camminiate dignitosamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno.” Il piano di Dio per i Suoi prevede una vita di santificazione, cioè di separazione dallo spirito umano per un servizio nella Sua opera. Da questo assunto evinciamo che i credenti non sono immuni dalle tentazioni. E’ di fondamentale importanza mantenere sotto controllo pensieri, desideri e passioni, perché ciò che proviene dalla nostra mente influenza e determina il nostro comportamento. La guida dello Spirito Santo ci fornisce l’aiuto indispensabile per vivere adeguatamente alle Scritture. Amarsi gli uni gli altri è il segno distintivo del discepolo di Cristo e l’amore fraterno è quel sentimento condiviso tra i figli di uno stesso Padre, che rinsalda la comunione nella famiglia di Dio. Tutte queste caratteristiche devono infine concretarsi nel servizio cristiano con la pratica di una coerente operosità, non solo all’interno della comunità, bensì in ogni ambito della nostra vita: in famiglia, a scuola, al lavoro, con i vicini di casa, affinché possiamo essere d’incoraggiamento per i fratelli e di buona testimonianza per il prossimo.

Considerazioni finali. Siamo chiamati a mostrare a tutti la differenza tra i figli e le creature di Dio ed il nostro comportamento è di straordinaria potenza. Voglia Iddio farci docili ma efficaci strumenti nelle Sue mani per il compimento della Sua Opera.

dalle Amiche di Naomi

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