Dimostrare sincero interessamento nei confronti del prossimo è un principio fondamentale caratterizzante il vivere cristiano. Possiamo elencare cinque caratteristiche immancabili nel reciproco rapporto di fratellanza cristiana: essere concordi, in quanto ci accomuna il legame con Cristo; essere compassionevoli, nell’accezione etimologica del termine: “soffrire insieme”, in quanto il comune legame di e con Cristo ci rende sensibili alle necessità altrui; essere pieni di amore fraterno, condizione speciale di fratelli in Cristo, riservata ai membri della famiglia di Dio; essere misericordiosi, espressione di quella speciale condizione interiore che trascende il riconoscimento del bisogno dell’altro, e che porta ad aiutare e soddisfare pienamente tale bisogno; essere umili, espressione della disponibilità a considerare gli altri, prima e più di noi stessi, anche quanti ci sono ostili o tentano di farci del male. Tale espressione dell’amore che abbiamo ricevuto da Gesù è condizione necessaria per portare anime a Lui.
Condividere le benedizioni di Dio Le parabole delle dieci vergini e dei talenti ci insegnano come attendere il ritorno di Cristo: “Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo. Cinque di loro erano stolte e cinque avvedute; le stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso con sé dell’olio; mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avevano preso dell’olio nei vasi. 5 Siccome lo sposo tardava, tutte divennero assonnate e si addormentarono. Verso mezzanotte si levò un grido: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro!” Allora tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle avvedute: “Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Ma le avvedute risposero: “No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene!” Ma, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi vennero anche le altre vergini, dicendo: “Signore, Signore, aprici!” Ma egli rispose: “Io vi dico in verità: Non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.” (Matteo 25:1-13) “Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo. Il suo padrone gli rispose: “Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti” (Matteo 25:24-30). Il piano di Dio per i Suoi figli è la gloria eterna; la nostra eredità sarà grande e godremo appieno della cittadinanza celeste come eredi di Dio e coeredi di Cristo. La meravigliosa conclusione della vocazione cristiana è fondata su un atto di pura grazia e non sull’eventuale merito di ogni singolo credente. Ciò che Dio valuterà e premierà sarà la qualità del servizio svolto e i sentimenti che hanno animato l’agire. La disponibilità e la compassione dei figli di Dio devono rivolgersi a tutti, riconoscendo che in ogni essere umano, noi compresi, c’è un cuore ferito dal peccato e bisognoso di salvezza. Il Signore ci affida con generosità una grande responsabilità da amministrare: la sua grazia. Dobbiamo ben comprenderne il valore, in quanto pagato non con oro o argento, bensì con il sacrificio di Gesù. Siamo chiamanti anche a far fruttare il “capitale” ricevuto. Tale operazione ha due aspetti: la crescita spirituale personale che deve tendere al raggiungimento del perfetto modello di Cristo e la crescita della Chiesa, attraverso l’opera di tutto il Corpo di Cristo, concretizzata attraverso l’opera di ogni singolo membro della famiglia di Dio. Nondimeno il nostro “buon deposito” deve essere custodito nella banca dello Spirito Santo, affinché l’Abile Banchiere, attraverso le Sue operazioni potenti, lo faccia fruttare al meglio.
Considerazioni finali La maggior parte di noi è pienamente consapevole di quante siano, specialmente di questi tempi, le persone bisognose. Cosa siamo disposti a fare per aiutarle, per annunciare loro Cristo come unica Via di salvezza? Disponiamoci a rispondere con compassione cristiana per contribuire ad alleviare le loro sofferenze. Adempiremo così la legge dell’amore, otterremo il favore di Dio e la Sua meravigliosa eredità eterna.
dalle Amiche di Naomi
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