- Abiiam diventa Abiia
Il nome del re subisce una metamorfosi di cuore e volontà. Tale trasformazione avviene nel momento cruciale del suo regno. Ottocentomila soldati d’Israele si schierano in battaglia contro Abiiam che contava un esercito di solo quattrocentomila soldati (2 Cronache 13:3). E’ comprensibile l’angoscia di giovane re e nella sua disperazione si ricorda dell’Eterno, forte in battaglia, il Re dei re al quale rivolgere la sua preghiera e chiedere soccorso
II Cronache 13:10 Quanto a noi, l’Eterno è nostro Dio, e non l’abbiamo abbandonato; i sacerdoti al servizio dell’Eterno son figliuoli d’Aaronne, e i Leviti son quelli che celebrano le funzioni.
Abiiam non solo era più giovane di Geroboamo, era anche inesperto di guerra e non poteva contare sul suo carisma esercitato sul popolo. Povero re, non hai altra scelta, devi alzare lo sguardo al Cielo e implorare aiuto (Salmo 121)! E, come successe per il patriarca Giacobbe che da “soppiantatore” divenne “Israele”, questa scelta fece la differenza: Da semplice Abiiam, “padre del mare”, divenne “mio padre è il Signore”. Talvolta, Dio ci porta all’estremo per farci ricordare che Gli apparteniamo e che ha un’opera spirituale da compiere in noi
Deuteronomio 8:5 Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il suo figliuolo, così l’Iddio tuo, l’Eterno, corregge te.
Con questo “nome nuovo” trova finalmente il coraggio e la saggezza per affrontare Geroboamo.
Acquistò coraggio perché, pur avendo un esercito dimezzato:
- Osò sfidare il nemico
II Cronache 13:12a Ed ecco, noi abbiam con noi, alla nostra testa, Iddio e i suoi sacerdoti e le trombe squillanti, per sonar la carica contro di voi.
- Sapeva che Geroboamo avrebbe perso perché aveva abbandonato Dio.
II Cronache 13:12b O figliuoli d’Israele, non combattete contro l’Eterno, ch’è l’Iddio de’ vostri padri, perché non vincerete!
E’ pericoloso abbandonare Dio dopo aver promesso fedeltà
II Cronache 13:20 E Geroboamo, al tempo d’Abija, non ebbe più forza; e colpito dall’Eterno, egli morì.
Mostrò saggezza offrendo ai fratelli Israeliti la possibilità di ravvedersi e convertirsi
II Cronache 13:4-5 Ed Abija si levò e disse, dall’alto del monte Tsemaraim, ch’è nella contrada montuosa d’Efraim: “O Geroboamo, e tutto Israele, ascoltatemi! Non dovreste voi sapere che l’Eterno, l’Iddio d’Israele, ha dato per sempre il regno sopra Israele a Davide, a Davide ed ai suoi figliuoli, con un patto inviolabile?
Luca 17:3 State attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca, riprendilo; e se si ravvede, perdonalo.
Dobbiamo sempre offrire un’altra possibilità a colui che cade ma a seguito del ravvedimento di quest’ultimo, in caso contrario non capirebbe l’errore e lo lasceremmo nella condizione di peccato.
Esito della battaglia
Nonostante la forza numerica dell’esercito di Geroboamo, Abiia gli diede una solenne batosta e ben cinquecentomila Israeliti caddero morti, non per capacità e strategie umane ma a motivo della fiducia in Dio
II Cronache 13:18 Così i figliuoli d’Israele, in quel tempo, furono umiliati, e i figliuoli di Giuda ripresero vigore, perché s’erano appoggiati sull’Eterno, sull’Iddio dei loro padri.
Il segreto della nostra vittoria? Gesù Cristo ha vinto il male e con Lui abbiamo la vittoria sopra ogni tentazione e manifestazione di peccato, nostro e altrui. Vittoria che conseguiamo in virtù della fede che ci spinge ad appoggiarci a Lui. Dio è fedele e non permetterà che il nostro piede vacilli, a condizione che ci affidiamo interamente nelle sue mani. Abiiam iniziò male ma concluse bene perché si accorse del suo errore, si convertì e ritornò a Dio. C’è speranza al Calvario per ciascuno di noi, torniamo a Lui ed Egli riprenderà ad essere la nostra avanguardia e la nostra retroguardia
II Cronache 13:14 Que’ di Giuda si volsero indietro, ed eccoli costretti a combattere davanti e di dietro. Allora gridarono all’Eterno, e i sacerdoti dettero nelle trombe.
Salmi 91:7 Mille ne cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma tu non ne sarai colpito.
I Giovanni 5:4 Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
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