2 Cronache 14:7-14
Improvvisamente e senza alcun apparente motivo, la pace del re Asa e di Giuda è minacciata. Zera, re dell’Etiopia marcia contro di lui col suo esercito di un milione di soldati e trecento carri ben addestrati alla guerra. Si accampa presso Maresa, pronto a ingaggiare battaglia e sconfiggere il re Asa. In quei tempi, le guerre erano all’ordine del giorno. Il sentimento espansionistico territoriale era molto forte in ogni sovrano ma ciò che stupisce in questa storia è l’improvviso attacco nemico dopo circa trentacinque anni di pace. Bandita ogni sorta di speculazione spirituale nel tentativo di giustificare l’operato di Dio, dobbiamo sottometterci alla Sua sovranità e fidarci della Sua saggezza. Dio ha sempre un piano ben preciso e non fa mai nulla senza scopo. Egli essendo amore, opera sempre per il nostro bene o … per quello di altri. Successe così anche alla Chiesa primitiva. Dopo la discesa dello Spirito Santo, la Chiesa cresceva e si moltiplicava, spiritualmente e numericamente.
Migliaia di nuovi credenti e di sacerdoti ebrei si aggiungevano e la Chiesa (Atti 6:7) e la Chiesa viveva in pace, era edificata e camminava nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo (Atti 9:31). Improvvisamente si scatenò una tremenda persecuzione contro i nuovi convertiti i quali dovettero espatriare e furono dispersi nelle regioni confinanti (Atti 8:1). Essi non rimasero con le mani in mano; ovunque andavano proclamavano la salvezza in Cristo, molti si convertirono e molte chiese furono costituite:
Atti 11:19 Quelli che erano stati dispersi per la persecuzione avvenuta a causa di Stefano, andarono sino in Fenicia, a Cipro e ad Antiochia, annunziando la Parola solo ai Giudei, e a nessun altro.
In modi e situazioni diverse, lo Spirito Santo desidera che ogni anima sia raggiunta dal messaggio di salvezza ed Egli si usa della Sua chiesa per diffonderlo. Così, talvolta noi non comprendiamo il motivo per cui siamo sottoposti a certe afflizioni ma abbiamo fiducia che anche tramite esse il Signore realizza il piano di salvezza a favore di ogni credente.
I Timoteo 2:4 … il quale (Dio) vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.
Se dalla persecuzione della chiesa primitiva conosciamo un lato del carattere e della volontà universale di Dio, cosa possiamo imparare dalla minaccia di Zera, l’Etiope, nei confronti di Asa? Vediamolo insieme. A differenza del popolo di Israele che, terrorizzato dalle minacce del gigante Golia tremava e si lasciava umiliare (1 Samuele 17:11), il re Asa continuò a confidare nella fedeltà e potenza di Dio. Se si fosse soffermato a valutare le sue forze si sarebbe sicuramente scoraggiato ma la sua fiducia era e si rinnovava in Dio.
v.10 “… o Eterno, o nostro Dio! poiché su te noi ci appoggiamo, e nel tuo nome siam venuti contro questa moltitudine”.
Ogni volta che dobbiamo affrontare un disagio, ricordiamoci l’invito di Gesù a utilizzare il Suo nome, potente a risolvere ogni nostro problema
Giovanni 14:14 “Se chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”.
Naturalmente il re Asa era spaventato, non era abituato alla guerra e non poteva contare sulle forze del suo esercito ma si dispose ugualmente alla battaglia, non scappò, non ricorse a compromessi, non cercò alleati e tantomeno andò a nascondersi. Il popolo di Dio è coraggioso, affronta le situazioni a testa alta, con dignità perché confida in Dio. Non si nascose nelle “caverne” come fece codardamente Israele minacciato da Madian
Giudici 6:2 “La mano di Madian fu potente contro Israele; e, per la paura dei Madianiti, i figliuoli d’Israele si fecero quelle caverne che son nei monti, e delle spelonche e dei forti”.
Qualche anno dopo anche il re Giosafat incoraggerà il suo popolo a scendere in battaglia e a confidare in Dio
II Cronache 20:17 “Questa battaglia non l’avete a combatter voi: presentatevi, tenetevi fermi, e vedrete la liberazione che l’Eterno vi darà. O Giuda, o Gerusalemme, non temete e non vi sgomentate; domani, uscite contro di loro, e l’Eterno sarà con voi”.
Asa sino allora non aveva commesso alcun peccato e probabilmente non riusciva a spiegarsi perché Dio stava permettendo questo, nondimeno uscì e si preparò al combattimento. Il suo esercito era composto di cinquecentottantamila guerrieri e seppur forti e abili erano poco più della metà dell’esercito di Zera. Sapeva, inoltre che trentacinque anni di inattività bellica, mentalmente e psicologicamente poco abituati alle sofferenze della guerra, il suo esercito non aveva le condizioni emotive per vincere la battaglia ma il suo zelo e fiducia nel Signore, sempre alimentati e costanti nel suo cuore, gli permisero di elevarsi al cospetto di Dio e di fissare lo sguardo su Colui che può fare ogni cosa: v.10 “SIGNORE, per te non c’è differenza tra il dare soccorso a chi è in gran numero, e il darlo a chi è senza forza”
Il numero, le capacità e nemmeno la presunzione dell’uomo potrebbero impressionare Dio. Egli opera in modi che non sono sempre comprensibili ma tramite essi vuole dimostrare la Sua onnipotenza e incoraggiare la fede dei credenti
Zaccaria 4:6 “Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio, dice il SIGNORE degli eserciti”.
Ne è esempio l’apparente reticenza di Gesù nei confronti della mamma Cananea che intercedeva a favore della figlioletta posseduta:
Matteo 15:26 “Ma egli rispose: Non è bene prendere il pan de’ figliuoli per buttarlo ai cagnolini”.
Matteo 15:28 “Allora Gesù le disse: O donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi. E da quell’ora la sua figliuola fu guarita”.
Non solo Asa era fiducioso nell’intervento miracoloso, era altresì coinvolto nella reputazione di Dio. Quale considerazione avrebbero avuto i popoli pagani riguardo all’Eterno? v.10 Tu sei il SIGNORE nostro Dio; non vinca l’uomo contro di te!”
Anche Giosuè si trovò in simile situazione. Dopo la batosta ricevuta dal minuto esercito di Ai, disperato si prostrò dinanzi a Dio per comprenderne il motivo:
Giosuè 7:6 “Giosuè si stracciò le vesti e si gettò col viso a terra davanti all’arca dell’Eterno; stette così fino alla sera, egli con gli anziani d’Israele, e si gettarono della polvere sul capo”.
Il suo primo pensiero non fu a favore della testimonianza di Dio ma della sua reputazione. Avrebbe perso credibilità agli occhi dei nemici circostanti, solo successivamente si preoccupa del buon nome del Signore.
Giosuè 7:8-9 Ahimè, Signore, che dirò io, ora che Israele ha voltato le spalle ai suoi nemici? I Cananei e tutti gli abitanti del paese lo verranno a sapere, ci avvolgeranno, e faranno sparire il nostro nome dalla terra; e tu che farai per il tuo gran nome?“
Questa breve parentesi della vita di Asa termina con una solenne sconfitta degli Etiopi. Non è descritta la modalità ma la Parola pone enfasi sull’enorme bottino di guerra e sullo spavento che questa vittoria suscitò nella città di Gherar e dintorni (vv. 12-14). Essa ci incoraggia a continuare a fidarci di Dio anche se le apparenze, nei modi e nei contenuti, sono contrarie alle nostre aspettative. Non vi è nulla che Dio non possa fare, non per i nostri meriti, capacità umane, forza e intelligenza ma per lo Spirito di Dio. Vogliamo insieme ripeterlo e mantenerlo nel nostro cuore: Zaccaria 4:6 “Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio, dice il SIGNORE degli eserciti”.
Genesi 18:14 “V’ha egli cosa che sia troppo difficile per l’Eterno? Al tempo fissato, fra un anno, tornerò, e Sara avrà un figliuolo”.
Pastore Raffaele Lucano