Gratifica il cuore di Dio. Quando pecchiamo e ce ne rendiamo conto, generalmente, nasce il timore per le conseguenze che ne derivano. Raramente realizziamo che il peccato offende e rattrista il “cuore” di Dio: “E non contristate lo Spirito Santo di Dio col quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione” Efesini 4:30. Pertanto, se da una parte il peccato urta la sensibilità del Signore, la lode lo gratifica. Atteggiarsi in tal modo rende il momento di preghiera più desiderabile poiché, al centro di essa, non vi è solo la nostra persona, ma anche quella di Dio. Desiderare di gratificarLo, gratifica anche la preghiera.
Porta luce all’anima e la eleva alla gloria di Dio. Dio non ama che i Suoi vivano nelle tenebre, Egli è la luce del mondo e non vuole che noi viviamo nella depressione e nella paura. Il peccato ci umilia, ci schiaccia, ci deprime facendoci dimenticare che anche se il cuor nostro ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore (1 Giovanni 3:20). La lode ci permette di rialzare nuovamente il capo e ci apre la porta alla fiducia. Mentre lo lodiamo per ciò che Egli è e per la Sua fedeltà, le cataratte del cielo si aprono e ci elevano alla Sua gloria “Figlioletti miei, io vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, cioè Gesù Cristo, il giusto” I Giovanni 2:1.
Si fonda sulla certezza che apparteniamo a Dio. Siamo stati comprati ad un prezzo elevatissimo: Il sangue di Cristo, l’Unigenito Figlio di Dio. Per questo motivo siamo preziosi agli occhi del Padre, anzi noi siamo come la “pupilla del Suo occhio”. Egli è il Dio geloso del Suo popolo e non permetterà ad alcuno di toccarlo se non dietro il Suo permesso (Giobbe cap. 1). Noi siamo il frutto del sacrificio di Gesù “Poiché così parla l’Eterno degli eserciti: E’ per rivendicare la sua gloria, ch’egli mi ha mandato verso le nazioni che han fatto di voi la loro preda; perché chi tocca voi, tocca la pupilla dell’occhio suo” Zaccaria 2:8. La lode sarà una delle maggiori e sublimi attività che la Chiesa rigenerata praticherà quando sarà dinanzi al trono del Re. Quale privilegio poter iniziare sin da oggi!
Per raggiungere tale perfezione spirituale doppiamo esercitarci a cibare la nostra mente con pensieri onorevoli. Togliamo dalle nostre abitudini la critica perniciosa, i sospetti, le cattive intenzioni, i rancori e sostituiamoli con pensieri buoni. Qualcuno ha detto che “noi siamo ciò che pensiamo”. Questo vale per la nostra persona e in tal modo vediamo gli altri. Se abbiamo pensieri negativi, ci risulterà difficile formulare parole di lode al Signore e vedere il bene negli altri: “Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.” Filippesi 4:8.
Maturare un’adeguata conoscenza “spirituale” della Parola di Dio. A volte ci sentiamo delusi da Dio e lo incolpiamo per delle mancate risposte alle nostre preghiere, senza considerare che nutriamo aspettative che non sono conformi alla Parola di Dio. Le nostre richieste non sono ascoltate perché non sono contemplate nella sfera della volontà di Dio: “E questa è la confidanza che abbiamo in lui: che se domandiamo qualcosa secondo la sua volontà, Egli ci esaudisce” I Giovanni 5:14. Quindi è importante che conosciamo, adeguandoci e agevolando, l’opera che Dio ha progettato per noi.