LA GUIDA DIVINA TRAMITE LO SPIRITO SANTO E I SUOI DONI – (Giovanni 16:13)
Nel lasciare il mandato alla sua Chiesa di annunciare l’Evangelo ad ogni creatura (Marco 16:15), Gesù era consapevole delle insufficienze e delle necessità dei suoi discepoli. Sapeva che avevano bisogno di una guida eccellente e perpetua e provvide, quindi, ciò che era stato promesso: lo Spirito Santo, la terza persona della Trinità (Giovanni 14:16-17).
Come i discepoli, anche noi abbiamo bisogno di una guida personale che ci guidi in tutta la verità, per essere una testimonianza verbale ed una “lettera aperta” nella quale il mondo possa leggere la santità di Dio (2° Corinzi 3:2-3).
Coloro che si sono impegnati nella pura testimonianza, sanno benissimo quanto sia necessario essere assistiti da una guida personale. Lo Spirito Santo è la nostra nuvola nel deserto che ci guida durante il giorno e la colonna di fuoco che dirige il nostro passo nelle buie notti della prova (Numeri 9:15-23).
Purtroppo, non sempre riusciamo a distinguere questa guida con certezza. Molti sono i fattori che si intromettono e che potrebbero indurci ad interpretazioni, a volte, certamente contrarie a quanto, in realtà, lo Spirito Santo vuole indicarci. Tra di loro l’emotività e l’incapacità di selezionare le voci che si affollano nella nostra mente quando particolarmente siamo nel bisogno. L’esperienza ci aiuterà a contenere la nostra emotività (è quindi necessario non scoraggiarci di fronte ai nostri errori), mentre, per il secondo fattore sarà utile un buon “esercizio” che dovrà essere effettuato nei momenti di serenità (Geremia 12:5).
Detto questo, vediamo le condizioni necessarie per imparare a dialogare con lo Spirito Santo:
RAPPORTO PERSONALE ED INTIMA COMUNIONE (Romani 8:14)
Questa è la condizione essenziale per riconoscere la voce dello Spirito Santo.
Come figlioli di Dio siamo invitati a realizzare un’intima comunione; ciò richiede sensibilità e sottomissione.
Lo Spirito Santo, contristato a causa della nostra insensibilità o addirittura spento per i nostri continui rifiuti, oscurerà la guida e col tempo non ne avvertiremo più la presenza. È per questo motivo che alcuni credenti, sebbene abbiano inizialmente ricevuto un battesimo vero e genuino, non assecondando la volontà dello Spirito Santo, Lo hanno dapprima contristato e poi spento nella loro vita (Efesini 4:30 – 1° Tessalonicesi 5:19).
Ma, se assecondiamo la persona dello Spirito Santo, e impariamo nel tempo a realizzare le Sue direttive, avremo un compagno affidabile e fedele che ci guiderà per tutta la vita.
Ma come fare a capire che è veramente lo Spirito Santo che parla?
Come si manifesta nella sfera personale e nell’ambito delle nostre chiese?
Naturalmente non è possibile limitare la manifestazione dello Spirito Santo in poche righe o cercare di contenerLo in norme assolutistiche, poiché lo Spirito Santo opera come Egli vuole (1° Corinzi 12:11) e può liberamente manifestarsi come desidera, a dispetto e nonostante le nostre vedute personali.
Quindi, mantenendo sempre una pagina aperta in merito, analizziamo come nelle Scritture, nostra unica fonte di verità, lo Spirito Santo si è manifestato:
LO SPIRITO SANTO PARLA ALLA SUA CHIESA (Atti 8:26 e 29):
È importante CREDERE che lo Spirito Santo parla e vuole parlare proprio a noi.
Mentre nel v. 26 notiamo che un angelo parla a Filippo comandandogli di fare una cosa in apparenza senza senso, nel v. 29 è lo Spirito Santo che prende in mano le redini e dice a Filippo i motivi per cui Dio lo aveva messo in mezzo a quella strada deserta (il resto rimane a discrezione dell’ubbidienza di Filippo).
Anche oggi lo Spirito Santo vuole parlare alla Sua Chiesa. Con quale mezzo?
Si tratta di voce tangibile e udibile dall’orecchio umano? Tramite inequivocabili segni straordinari? O forse tramite una semplice ma forte ed irresistibile conferma interiore generata dall’ispirazione o rivelazione dello Spirito Santo?
È arduo e pericoloso azzardare ipotesi in questo campo. Non vogliamo relegare il movimento dello Spirito alle limitate manifestazioni umane poiché lo Spirito si muove come Egli crede, senza alcuna restrizione o regola ecclesiastica. Non di meno la Parola di Dio ci illustra alcuni modi e su quelli vogliamo meditare.
- TRAMITE L’ISPIRAZIONE E LA RIVELAZIONE (Luca 2:26; 1° Corinzi 2:10)
L’ispirazione è il passaggio dello Spirito dalla persona di Dio allo spirito dell’uomo. Essa si manifesta come un “soffio divino”, appena percettibile alle facoltà umane ma che rende l’uomo spirituale capace di discernere le cose alte di Dio. Mentre l’ispirazione è il mezzo, lo strumento, con il quale Dio vuol farsi conoscere dall’uomo, la rivelazione è il fine, il risultato. Egli infonde in noi il Suo Spirito che ci rivela la persona e la volontà di Dio. Dio istruisce il credente tramite l’ispirazione ed il credente manifesta ciò che ha ricevuto, cioè la rivelazione. Ogni rivelazione è una comunicazione che Dio fa all’uomo. Mediante l’ispirazione, cioè l’immissione del Suo Spirito in quello dell’uomo, Dio mette quest’ultimo in grado di ricevere e d’interpretare questa comunicazione. Le Sacre Scritture ci dimostrano questa verità. L’Apostolo Paolo esorta il giovane Timoteo ad attenersi fedelmente alle Scritture per ottenere successo nel ministero (II Timoteo 3:16-17).
Dio comunica (ispirazione) all’uomo la Sua volontà, e tramite questa conoscenza (rivelazione) l’uomo di Dio è compiuto, pienamente fornito per ogni opera buona.
Analizzando questa materia, possiamo distinguere due tipi di rivelazione:
- Rivelazione a carattere universale rivolta al fine di fare conoscere i piani di Dio a tutta l’umanità come, ad esempio, la salvezza, il battesimo dello Spirito Santo, il ritorno di Gesù, gli avvenimenti degli ultimi tempi, ecc.
- Rivelazione a carattere personale rivolta all’individuo che desidera e cerca di scoprire il piano che Dio ha disegnato per la sua vita (Efesini 2:10).
È nella volontà di Gesù che la Sua Chiesa venga a conoscenza delle profonde verità divine (Giovanni 15:15)
Mentre gli uomini, per interessi puramente umani e personali, presentano una conoscenza carnale, filosofica e religiosa sulla persona del Padre, Gesù ha voluto instaurare un rapporto di amicizia con la Sua Chiesa alla quale, confidenzialmente vuole rivelare la volontà del Padre.
Tutta la Trinità è impegnata nel raggiungimento di questo obiettivo; lo Spirito Santo assume un’importanza rilevante in questo compito (Giovanni 16:12-15).
A volte “infonde”, nel credente che vive in comunione, una nuova e particolare luce su un brano, a volte tramite la riflessione di un episodio di vita quotidiana, a volte meditando la natura.
I modi sono riservati alla persona dello Spirito Santo, ma la Parola rivelata produce sempre l’effetto per cui è stata inviata.
Lo Spirito Santo ci parlerà nella stessa misura in cui Gli permetteremo di parlarci.
Un avvertimento: Poniamo attenzione a non cadere nella superstizione e nel fatalismo. Non attribuiamo allo Spirito Santo circostanze che avvengono naturalmente nel corso della nostra quotidianità spiritualizzando parole o eventi non riconducibili come “rivelazioni”.
- TRAMITE I SUOI DONI (Atti 13:1-4)
Nella chiesa di Antiochia c’era un’esigenza. Lo Spirito Santo usa uno dei presenti per trasmettere alcune direttive. Lo Spirito Santo usa il dono di profezia (profeta = parlatore/annunciatore per conto di Dio) per dare chiare direttive alla Sua Chiesa.
Nel capito 12 della 1° lettera ai Corinzi, l’Apostolo Paolo intende mettere ordine in merito ai doni elargiti alla Chiesa. Tra i nove doni messi a disposizione (vv. 7-10), ben cinque ci sono offerti per discernere la voce di Dio: sapienza, conoscenza, lingue, interpretazione delle lingue e profezia.
Mentre la sapienza (applicazione ed espressione concreta della conoscenza) e la conoscenza (spirituale, rivelante), sono generalmente manifestate verbalmente nel corso del messaggio del predicatore o pastore, i doni delle lingue, l’interpretazione (doni maggiormente diffusi nelle nostre chiese) hanno scopo ispirato a devozione. Questi ultimi divengono canali privilegiati dello Spirito Santo solo quando si manifestano con modo equipollenti alla profezia.
Il dono di profezia è il più evidente tra i carismi dello Spirito Santo direttamente utilizzabili ai fini di una precisa guida divina. A giudicare dal posto preminente che occupa nella Scrittura in questo contesto, pare proprio rientri nella volontà di Dio che la Chiesa sia pienamente equipaggiata con tale dono (1° Corinzi 14:1-6 e 31).
Anche in questo caso è necessario porre attenzione a pseudo-profezie che sono considerate divine causando gravi disagi alle persone e a tutta la chiesa.
Quando è pronunciata una profezia, per ritenerla tale non è sufficiente aprirla e chiuderla con “così dice il Signore”. Abbiamo il dovere ed il diritto di giudicare (valutare con attenzione) il suo contenuto (1° Corinzi 14:29) che deve, prima di tutto, essere coerente con la Parola di Dio (1° Corinzi 14:6; Atti 17:11) deve, poi, produrre un effetto positivo (anche se di riprensione e/o di esortazione non deve mai distruggere lo spirito della Chiesa (questo è lo scopo del nostro avversario) (1° Corinzi 14:3; 1° Corinzi 14:26), deve infine, nel tempo, realizzarsi (profezia relativa ad un bisogno specifico).
- TRAMITE SOGNI E VISIONI (Gioele 2:28)
Nel trattare questo argomento è necessario usare molta cautela. È facile confondere un sogno od una visione rivelatrice da un semplice sogno fatto per motivi diversi.
I sogni sono idee che si presentano durante il sonno. Sono manifestazioni naturali che si presentano a tutti gli uomini, ma lo Spirito Santo, a volte, utilizza questo “strumento” per parlare ai Suoi e per un disegno ben preciso. Lo scopo è di influenzare la vita spirituale del credente.
Quando la rivelazione era ancora incompleta, nell’Antico Testamento, Dio elargiva in sogno, messaggi e direttive per far conoscere la Sua volontà a titolo personale (Genesi 28:10-16) per indurre i nemici al rispetto del Suo Popolo (Genesi 41:15-16; Daniele 2:1 e 19) e per condurlo nella Sua volontà (1° Re 3:5).
Anche nel Nuovo Testamento Dio parla al Suo popolo per visioni (Matteo 2:13 e 19).
Simile ma non uguale è la visione. Essa è ciò che Dio mostra in maniera soprannaturale alla mente o agli occhi umani. Essa si presenta indirizza ai sensi attraverso degli oggetti, e si presenta unicamente alla mente, senza il concorso dei sensi.
Mosè dichiara visione quando vede il pruno che arde ma non si consuma (Esodo 3:3). Il profeta Ezechiele riceve una chiara visione in merito al suo messaggio (Ezechiele 1:1 e 4). L’Apostolo Paolo fu consolato ed accertato da una visione (II Corinzi 12:1-4).
Le visioni provenienti da Dio, recano l’impronta del Suo Spirito e mostrano sapienza, purezza, verità, giustizia. Il loro contenuto morale spinge l’uomo ad una vita di santità e di correzione o di consolazione. Spesso si manifestano in relazione ad avvenimenti prossimi o futuri.
Poiché entrambi i sogni e le visioni sono soggetti alla discrezione ed alla maturità di chi li riceve, è necessario usare appropriato discernimento per non cadere nella banalità e nel misticismo.
I veri sogni e le vere visioni, comunque, devono essere sempre chiari e ben identificati da chi li riceve. Se ci fosse bisogno di interpretazione da parte di altri, quale sarebbe l’utilità di questo mezzo?
Oggi abbiamo lo Spirito Santo che ci guida e la Parola di Dio per confrontare la portata dei nostri sogni che, comunque, non possono andare al di là di una guida per la nostra vita e non deve coinvolgere l’andamento di una Chiesa.
IN CONCLUSIONE
Terminiamo questo capitolo facendo appello alla nostra sensibilità ed onestà, elementi fondamentali per scoprire la Sua volontà nella nostra vita. Quando Dio ci parla dobbiamo ascoltare con attenzione, meditarne la profondità, raccoglierne la verità ed infine adeguarci a quanto ci viene detto. Inizialmente sembrerà arduo, ma col tempo instaureremo con Dio un buono, intimo e personale rapporto che ci farà scoprire quanto è piacevole stare alla Sua dolce presenza.