3. IL MINISTERO DELLA SOFFERENZA Cap. 1: 2 – 4

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Giacomo affronta immediatamente l’universale argomento della “prova”, quasi a voler sgomberare il campo da ogni giustificazione o scusante per quanto si accinge ad esporre.

Talvolta la sofferenza è usata come una sorta di alibi per scrollarci dalle spalle le nostre responsabilità, ritenendo le nostre debolezze come ostacolo legittimo all’azione della santificazione dello Spirito Santo. Ben diversa è la posizione dell’Apostolo Paolo che riteneva la sua debolezza fonte di ricchezza e vittoria di Gesù II Corinzi 12:9 … ed egli mi ha detto: La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza. Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, onde la potenza di Cristo riposi su me.

È fondamentale distinguere, prima di ogni cosa, che la prova (o svariate prove) citata da Giacomo è di natura diversa dalla sofferenza alla quale l’uomo è sottoposto, ed è anche diversa dalla conseguenza generata da chi commette peccato. La prova della fede è divina, spirituale, utile, necessaria per la santificazione del credente e … non riservata a tutti 1 Pietro 1:6-7 Nel che voi esultate, sebbene ora, per un po’ di tempo, se così bisogna, siate afflitti da svariate prove, affinché la prova della vostra fede, molto più preziosa dell’oro che perisce, eppure è provato col fuoco, risulti a vostra lode, gloria ed onore alla rivelazione di Gesù Cristo.

In sintonia con l’Apostolo Pietro, Giacomo ci esorta a considerare tali prove “come argomento di completa allegrezza”. Non deve essere motivo di lamentela, mormorio o rassegnata accettazione ma vista come un’opportunità di crescita spirituale verso la perfezione voluta dallo Spirito Santo 2 Corinzi 4:16-18 Perciò noi non veniamo meno nell’animo; ma quantunque il nostro uomo esterno si disfaccia, pure il nostro uomo interno si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono son solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. Inoltre, le prove possono essere svariate, ovvero di natura diversa ad esempio persecuzioni, beffe, angherie, tentazioni, malattie, povertà, ed anche (quale contraddizione!) la ricchezza e la prosperità. Queste avversità hanno lo scopo di “provare” la qualità di fede che ci sostiene e su quale fondamento è stata costruita 1 Corinzi 3:12-13 Ora, se uno edifica su questo fondamento oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l’opera d’ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la paleserà; poiché quel giorno ha da apparire qual fuoco; e il fuoco farà la prova di quel che sia l’opera di ciascuno.

Infine, è da sottolineare che la prova viene “concessa” a credenti che godono la fiducia di Dio, i quali sono ritenuti capaci di sostenerla. Il superamento di tali prove sarà di beneficio spirituale personale e attirerà l’approvazione di Dio Giacomo 1:12 Beato l’uomo che sostiene la prova; perché, essendosi reso approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che l’amano.

Gli effetti della prova – vv. 3 e 4

Sappiamo che sin dal momento della nostra elezione, lo Spirito Santo inizia un’opera di santificazione. Come un saggio e scrupoloso architetto, lo Spirito Santo progetta e pianifica la costruzione con l’intento di portare a termine quanto iniziato. L’afflizione, tipica della prova, è una sorta di “operaio” addetto a tale costruzione. Di tanto in tanto, l’architetto deve procedere alle verifiche per accertarsi che sta procedendo con sicurezza verso il completamento dell’opera II Corinzi 5:1 Noi sappiamo infatti che, se questa tenda ch’è la nostra dimora terrena viene disfatta, noi abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d’uomo, eterna nei cieli.

I Pietro 2:5… come pietre viventi, siete edificati qual casa spirituale, per esser un sacerdozio santo per offrire sacrifici spirituali, accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo”, e le “svariate prove” hanno la funzione di testare il grado di crescita e la resistenza “dei materiali”. Accertate queste, lo Spirito Santo può continuare la Sua opera puntando ad un livello superiore

Giovanni 16:12 Molte cose ho ancora da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata.

L’obiettivo che lo Spirito Santo si prefigge è la “perfezione e completezza” spirituali, ovvero la formazione del carattere cristiano. Ovviamente non si tratta di quella perfezione assoluta che otterremo solo quando erediteremo il Cielo, ma della conoscenza della volontà di Dio che ci permette di raggiungere quella maturità spirituale che non dipende da fatti soggettivi, emotivi e circostanziali. Sebbene l’Apostolo Paolo si dichiari di non aver ancora raggiunto la perfezione, esorta sé stesso e i credenti a procacciarla

II Corinzi 13:11 Del resto, fratelli, rallegratevi, procacciate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace, e l’Iddio dell’amore e della pace sarà con voi.

Filippesi 3:12 Non ch’io abbia già ottenuto il premio o che sia già arrivato alla perfezione, ma proseguo il corso se mai io possa afferrare il premio; poiché anch’io sono stato afferrato da Cristo Gesù.

Il termine “completi” invece, vuole significare l’estensione delle virtù cristiane, ovvero, come dice Giacomo stesso (v. 4), aver realizzato pienamente e totalmente tutte le caratteristiche che contraddistinguono il cammino terreno del cristiano quale, santificazione, consacrazione, ubbidienza, sottomissione, giustizia e, brevemente, il frutto dello Spirito Galati 5:22 Il frutto dello Spirito, invece, è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza.

Per realizzare quest’opera spirituale abbiamo bisogno di costanza, ovvero permettere allo Spirito Santo di agire in tutta la sfera della nostra persona. Egli vuole e deve operare nella coscienza (rinnovamento di principi morali), nel cuore (sede dei sentimenti), nell’intimo del carattere (rinnovamento della nuova natura) e nella mente donandoci la sapienza (rinnovamento dei pensieri). Quest’ultima si ottiene solamente quando giunge dall’Alto. Per questo motivo Giacomo esorta a chiederla senza vacillare.

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