In questa sezione l’Apostolo tratta due argomenti che spesso sono causa di contesa e di guerre intestinali tra credenti: L’invidia e l’amore per il mondo. Entrambi sono cattive radici che generano alla chiesa “piccole volpi che guastano la vigna” Cantico dei Cantici 2:15 Pigliateci le volpi, le volpicine che guastano le vigne, poiché le nostre vigne sono in fiore! Egli, con grande rammarico, evidenzia lo stato morale in cui versavano alcune comunità giudaiche-cristiane, In contrasto con la sapienza che proviene dall’alto che è pacifica, mite, arrendevole e piena di misericordia (3:17).
INVIDIA E GELOSIA: Coloro che invidiano e nutrono gelosia per gli altri mostrano uno spirito terreno, animale, addirittura diabolico (3:16). La persona invidiosa è tormentata da un sentimento di cruccio astioso per la felicità, la prosperità, il benessere e persino della salute altrui. Non riuscendo ad ottenere gli stessi favori dalla vita e da Dio, l’invidioso ed il geloso, tendono a riversare sugli altri le proprie frustrazioni allo scopo di farli apparire meno pregiati di loro. L’Apostolo considera l’invidia una passione del cuore, una concupiscenza della carne che produce, a colui che ne è schiavo, sentimenti di malumore che sfociano in contese e guerre. L’arma privilegiata per costoro è la lingua che emette sentenze e giudizi, spesse volte calunniosi. Lo scopo è di annichilire l’immagine dell’altro che mette in ombra la propria (3:11-12). Diverse sono le testimonianze riportate dalle Scritture, vediamone alcune:
- Caino e Abele Genesi 4:5 … ma (Iddio) non guardò con favore Caino e l’offerta sua. E Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu abbattuto.
- Le sofferenze del patriarca Giuseppe Atti 7:9 E i patriarchi, portando invidia a Giuseppe, lo venderono perché fosse menato in Egitto; ma Dio era con lui.
- Gli Apostoli furono vittime dell’invidia dei religiosi Atti 5:17 Or il sommo sacerdote e tutti quelli che eran con lui, cioè la setta de’ Sadducei, si levarono, pieni di invidia.
- Non dimentichiamoci che fu l’invidia a condurre Gesù dinanzi a Pilato e alla croce Matteo 27:17-18 Essendo dunque radunati, Pilato domandò loro: Chi volete che vi liberi, Barabba, o Gesù detto Cristo? Poiché egli sapeva che glielo avevano consegnato per invidia.
Questi sono solo alcuni esempi delle nefaste conseguenze di un’incontrollata passione. Coloro che ne sono vittime creano divisioni, sette e malumori. Sparlano vivendo all’ombra della malizia ed emettono giudizi, il più delle volte, di parte e abilmente artefatti e manipolati. Queste persone, pur bramando, non ottengono perché non chiedono e se chiedono lo fanno per un tornaconto personale e carnale (v. 3). L’attenzione è concentrata più ai loro interessi che sulla persona di Dio e all’unità della Chiesa. Chiedono il miracolo ad uso e consumo proprio piuttosto che cogliere l’occasione per glorificare il nome di Dio (vedi i 9 lebbrosi). Giacomo invita queste persone a modificare l’approccio con Dio, di convertirsi alla sincerità e a chiedere con fede e sottomissione la sapienza che vien dall’alto Giacomo 3:17 Ma la sapienza che è da alto, prima è pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità senza ipocrisia. Questo tipo di sapienza è offerta all’uomo da Dio senza alcun pentimento Giacomo 1:5 Che se alcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare, e gli sarà donata.
AMORE PER IL MONDO: L’invidia e la gelosia non sono altro che l’espressione di uno spasmodico (consapevole e doloroso desiderio che non trova soddisfazione) amore per il mondo, ovvero per lo “spirito” di questo mondo. È la tipica condizione di quanti vivono fisicamente nella chiesa ma con la mente servono il mondo e con il cuore aspirano la gloria del mondo. Giacomo li chiama “gente adultera” perché, come un marito infedele che ricopre la moglie di rose rosse e parole mielate ma il suo cuore è per l’abbraccio di un’altra donna, così questi credenti lodano, glorificano Dio con le labbra ma il loro cuore è rivolto alle concupiscenze del mondo. Essi sono, in realtà, amici del mondo e nemici di Dio (v. 4). Dio nutre verso loro una reale avversione perché, pur essendo stati acquistati col prezioso sangue di Gesù, vituperano e vanificano il sacrificio di Cristo Ebrei 10:26 Infatti, se persistiamo nel peccare volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati. Giacomo li esorta a fare cordoglio, pentirsi, nettare le mani e purificare i cuori. Devono sottomettersi alla volontà di Dio e di resistere alle tentazioni del diavolo il quale, di fronte a tale fermezza di spirito, non può fare altro che fuggire (4:7-10). La sofferenza, in questo caso, è salutare, terapeutica perché induce il peccatore alla riflessione e al pentimento. Per questo motivo Dio permette (e volte ne è causa) la sofferenza al fine di condurli ad una reale conversione 1 Pietro 1:6-7 Nel che voi esultate, sebbene ora, per un po’ di tempo, se così bisogna, siate afflitti da svariate prove, affinché la prova della vostra fede, molto più preziosa dell’oro che perisce, eppure è provato col fuoco, risulti a vostra lode, gloria ed onore alla rivelazione di Gesù Cristo. Il Signore Gesù, dopo aver istruito i Suoi in merito alla preghiera, li esorta a non condividere alcun sentimento con lo spirito di questo mondo. Egli chiama questi sentimenti “tesori” ai quali il nostro cuore non dovrebbe aspirare. Seppur talvolta sono necessità principali, legittime, eppure Gesù ci dice di non mettervi il cuore poiché questo è l’atteggiamento pagano, degli increduli Matteo 6:24 Niuno può servire a due padroni; perché o odierà l’uno ed amerà l’altro, o si atterrà all’uno e sprezzerà l’altro. Voi non potete servire a Dio ed a Mammona. D’altro canto, è la nostra elevazione spirituale che reclama tale separazione. Seppur viviamo in questo mondo non ne facciamo parte, non dovremmo avere alcuna comunione con esso, per questo motivo il nostro Signore Gesù, conoscendo le difficoltà che derivano da tali attrazioni, continuamente prega per noi Giovanni 17:15-16 Io non ti prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Partecipare allo spirito del mondo sarebbe come tradire la fiducia di Gesù e vanificare l’efficacia della Sua intercessione.
Ben consapevole della natura umana e quanto sia difficile mantenere una vita di santità, l’Apostolo Paolo ci offre la soluzione per risultare indenni dallo spirito di questo mondo Galati 5:16 Or io dico: Camminate per lo Spirito e non adempirete i desideri della carne. Non si tratta di vivere perennemente in difesa, nel tentativo di non farci sopraffare dalla tentazione di adeguarci a questo mondo, ma di rivestirci, sin dal mattino, del manto dello Spirito per rendere il cuore di Dio gioioso. Significa cercare e trovare l’approvazione di Dio in ogni scelta, azione e persino pensiero e parola. Non è sufficiente spogliarci ma è indispensabile indossare nuovi abiti che riflettano la santità di Dio Romani 13:14 ma rivestitevi del Signor Gesù Cristo, e non abbiate cura della carne per soddisfarne le concupiscenze. Il credente non ha nulla da invidiare al mondo perché, vivendo nella comunione con Cristo, è pienamente fornito di ogni virtù. Virtù che sgorgheranno dal suo seno come un fiume di acqua viva che disseta sé stesso e il peccatore. Se siamo morti con Cristo e con Lui altresì viviamo, cerchiamo le cose che provengo dall’Alto, sufficienti per vivere una vita appagante, entusiasta e, soprattutto, apprezzata da Dio Colossesi 3:1 Se dunque voi siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di sopra dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Il mondo ha bisogno della manifestazione dei figli di Dio e come luce riflessa della santità di Cristo possiamo rischiarare il mondo in cui viviamo Matteo 5:14 Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta. Poniamoci alcune domande ed onestamente troviamo le risposte: “Sto bene con il mondo? Mi lascio coinvolgere dai discorsi e dalle passioni della gente che frequento? La gente mi cerca o mi rifiuta? Cosa ho da condividere con essa?” II Corinzi 6:15 E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele?
Asaf, il diletto cantore della corale di Davide, distogliendo lo sguardo dal Signore, provò una grande invidia per i peccatori che (così lui li vedeva), sebbene lontani da Dio prosperavano ed erano in salute. Noi lo sappiamo: Lontani da Dio non c’è alcun bene! Asaf stesso si ritenne insensato ma quando finalmente si rivolse al Signore potette esclamare Salmo 73:21-24 Quando il mio cuore s’inacerbiva ed io mi sentivo trafitto internamente, ero insensato e senza conoscimento; io ero verso di te come una bestia. Ma pure, io resto del continuo con te; tu m’hai preso per la man destra; tu mi condurrai col tuo consiglio, e poi mi riceverai in gloria.
Piuttosto che accontentarci delle miserabili briciole che il mondo ci offre stendiamo le nostre mani per afferrare il pane di vita che Gesù vuole donarci, realizziamo le promesse della Parola di Dio e non avremo più bisogno di elemosinare beni da questo mondo Salmi 84:10 Poiché un giorno ne’ tuoi cortili vale meglio che mille altrove. Io vorrei piuttosto starmene sulla soglia della casa del mio Dio, che abitare nelle tende degli empi.