La pace nei nostri cuori

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace, io non vi do come il mondo vi da’. il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti”(Giovanni 14:27)

In una società in cui preoccupazioni, problemi finanziari, malattie terminali, disoccupazione, lutti, ci portano ad essere scoraggiati, come possiamo realizzare questo versetto nella nostra vita? Se Dio non è presente in noi, è impossibile realizzare questo tipo di pace. La pace che Dio mette nei nostri cuori non è una pace che deriva dal nostro stato d’animo,quando tutto funziona alla perfezione, bensì è una pace che rimane nei nostri cuori anche quando siamo afflitti da molte preoccupazioni. Questa pace dipende dalla fiducia che riponiamo in Dio.

Egli è santo…siate santi!

G2_ilpianodidio2_giovaniIl più importante attributo di Dio è la santità. Vi sono molti riferimenti nella Bibbia nei quali troviamo l’espressione rivolta a Dio “santo”:
“E l’uno gridava all’altro e diceva: Santo, Santo, Santo è l’Eterno degli eserciti! Tutta la terra è piena della Sua gloria!” (Isaia 6:3) Benedici, anima mia, l’Eterno; e tutto quello che è in me, benedica il nome Suo santo!” (103:1)

Dio ci esorta
a perseguire consacrazione e santificazione. Come possiamo essere santi?

Santità nei pensieri La santità nei pensieri è fondamentale nel cristiano, poiché la mente dell’uomo è quello che da l’impulso ad ogni azione. Quello che siamo e che facciamo è semplicemente l’azione di quello che pensiamo. Dobbiamo riuscire a controllare i nostri pensieri scacciando i cattivi propositi non appena si affacciano e mantenere una mente pulita con cose positive.
“Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.” (Filippesi 4:8)

Difficile…ma possibile!

IMG-20160804-WA0013“a quanti sono in Roma, amati da Dio, chiamati ad essere santi…”(Romani 1:7)

Ogni credente che abbia fatto un’esperienza profonda con Dio, è stato chiamato da Lui. Dio ci ha scelto per uno scopo preciso: Egli ci ha posto in una posizione privilegiata: noi siamo un corpo di re e sacerdoti, una nazione santa d’uomini che sono stati redenti; Cristo è il nostro Re. Siamo il popolo di Dio, la Sua proprietà particolare. Ecco perché “chiamati ad essere santi” come Lui è Santo. Il Signore vuole che noi riflettiamo seriamente intorno a noi ed alla Sua santità, perché Egli ha posto il Suo amore in noi. Sono nato di nuovo? Sono stato riscattato dal sacrificio di Gesù? Amo veramente Gesù? Allora sono uno degli “amati da Dio, chiamati ad essere santo”. Questo richiamo alla santità, ci sprona ad un impegno coerente per vivere la fede secondo l’Evangelo; ciò non è facile. Non sapremo mai quanto siamo cattivi fino a quando non cercheremo di essere buoni. Non scopriremo mai quanto siamo egoisti fino a quando non ci sforzeremo di essere altruisti. 

Una vita piena

“In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre, e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giovanni 14:12-14)

boscoAmicheDiNaomi La vita cristiana è una grande avventura, è una vita con uno scopo e con la potenza per realizzarlo. Naturalmente non possiamo compiere grandi cose con le nostre sole forze, poiché necessitiamo dell’unzione dello Spirito Santo. Cosa significa ciò? Oltre ad avvicinarci a Dio con la preghiera e fortificare la nostra fede leggendo e meditando la Sua Parola, dobbiamo avere la mente di Cristo, il cuore di Cristo, le labbra di Cristo. Così come i discepoli vennero trasformati dalla potenza divina, da uomini timorosi in efficaci testimoni di Cristo, ed usati dal Dio per cambiare il corso della Storia, ancora oggi, Egli è alla ricerca di uomini e donne ubbidienti e decisi a servirlo con zelo. Pur consapevoli delle difficoltà questi servitori non si scoraggiano di fronte agli imprevisti, non sottovalutano gli ostacoli che incontrano nell’intraprendere un’opera per il Signore, nondimeno permettono che tali impedimenti fermino il loro cammino spirituale.

Fiducia

bimbomani“Ho posto la mia fiducia in Dio, non temero’, che cosa mi puo’ fare l’uomo?”(Salmo 56:11)

Cosa significa fiducia? Di chi bisogna aver fiducia? L’uomo tradisce? E se si perché? E Dio? Queste sono domande che ognuno di noi almeno una volta nella vita si è posto. Ma che cos’è la fiducia? La parola fiducia significa avere un atteggiamento verso gli altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie
possibilità e che generalmente genera un sentimento di sicurezza e tranquillità. La vita quotidiana ci porta a relazionarci, in ogni momento, in famiglia, con gli amici, sul lavoro. Ma possiamo veramente fidarci del nostro prossimo? Possiamo confidarci? Possiamo mettere a parte l’altro dei nostri pensieri più nascosti? Delle nostre paure? Dei nostri sentimenti più profondi? Delle nostre insicurezze? Possiamo essere certi che le nostre confidenze non saranno tradite? Che queste non saranno abusate o travisate a nostro danno? La natura dell’uomo è fallace e spesso, si trova ad interpretare il ruolo di vittima o carnefice nel gioco della vita, nel tentativo di perseguire il proprio interesse. Ma allora di chi fidarsi?

Essere al servizio di Dio

vassellaio“quanto a me e alla casa mia, serviremo il Signore” (Giosuè 24:15)

Quando Giosuè (successore di Mosè) disse queste parole, era arrivato alla fine del suo servizio a Dio. Oggi noi diremmo che era arrivato alla pensione ma lui rimase un fedele servitore fino alla fine, infatti non si limitò a congedarsi dal popolo d’Israele, ma lo radunò attorno a sé e ricordò loro quello che l’Eterno aveva fatto durante i quarant’anni nel deserto: di come li salvò dagli Egiziani, come li dissetò e come li sfamò, ma soprattutto ricordò loro di come i loro padri rinnegarono Dio e si inginocchiarono davanti agli idoli, e quanto, loro stessi, avessero peccato contro Dio. Quando Giosuè prese la decisione di servire l’Eterno, il popolo d’Israele lo seguì, ponendolo di fronte alle responsabilità:

Naomi… Una nuova speranza

sufragetteIl libro di Ruth presenta la storia di due donne, una suocera ed una nuora. Sebbene questo tipo di rapporto, proverbialmente sembri difficile, queste due persone unirono la loro vita in un legame spirituale e di affetto sincero che lasciò un segno profondo nella storia d’Israele. Naomi è una donna amareggiata, rimasta vedova, sola in terra straniera. Ogni sua speranza è persa, ogni fonte persa. Il suo spirito è afflitto, la sua condizione disperata. I figli di Dio non saranno mai disperati, ci potranno essere momento difficili, tempi di 
carenza di benedizioni, mancanza di abbondanza, ma Dio si ricorda sempre del Suo popolo. In seguito anche i due figli morirono e Naomi, rimasta con le due nuore. Desiderò tornare nel suo luogo d’origine. “Partì dunque con le sue due nuore dal luogo dove era stata e si mise in cammino per tornare nel paese di Giuda” (Ruth 1:7) Come Naomi ti senti afflitta dalle circostanze della vita? Come Naomi ti senti scoraggiata o tentata di pensare che Dio ti abbia abbandonata invece di benedirti? Come Naomi i senti come una calamita che attira tutti i metalli, così tu con tutti i tuoi problemi? Questo messaggio è per te, il libro di Ruth è un messaggio per la tua vita. La Scrittura ci dice che Naomi, insieme alle nuore, raggiunse il confine della Giudea e dovette prendere una decisione.