Perdonati…perdoniamo!

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dalla predicazione del 31 Gennaio 2010

“Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.” (Colossesi 3:12-13)

Talvolta rimaniamo vittime di offese. Quando tali offese provengono da persone a noi care, ne rimaniamo davvero colpiti. Ancor più scossi, se a recarci offesa sono i nostri fratelli in Cristo. Come comportarci dunque? Come riuscire a superare sinceramente la lotta interna e spirituale tra il desiderio umano di vederci riconosciuta una legittima giustizia ed il consiglio della Parola di Dio che ci raccomanda di perdonare? Perdonare… per donare…per fare dono…dare gratuitamente. Ecco la chiave! Possiamo dunque affermare che il perdono è un dono. Noi abbiamo ricevuto questo dono nel momento in cui abbiamo riconosciuto Gesù come nostro personale Salvatore.

Fidati di Dio

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dalla predicazione del 24 Gennaio 2010

Lettura da Salmo 27:1-14

Spesso sentiamo dire “fin che c’è vita c’è speranza!” In realtà dobbiamo dire “fin che c’è speranza c’è vita!” (che vita sarebbe senza speranza) per trovare incoraggiamento e fondare la nostra speranza in Dio. Per poter meglio comprendere, è necessario inquadrare storicamente questo salmo. Davide, uomo secondo il cuore di Dio, fu valoroso guerriero e buon re per quarant’anni, ma fu un riprovevole genitore e non ebbe successi familiari. E’ condiviso da molti commentatori che Davide scrisse questo salmo in un momento di particolare angoscia per la situazione famigliare in cui si era venuto a trovare: Absalom, suo terzogenito, consapevole che il regno sarebbe spettato a Salomone, ordì un “colpo di stato” ai danni del re Davide. Dio, infatti, aveva già scelto Salomone. La gelosia di Absalom, anch’egli capace e valoroso, si tramuta ben presto in odio, dimenticandosi del primo comandamento con promessa “Onora tuo padre e tua madre” (Esodo 20:12), e costringe il re a fuggire con un piccolo esercito di uomini fidati.

L’amore paziente di Dio

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dalla predicazione del 17 Gennaio 2010

Lettura da Esodo 8:1-15

Ad una prima lettura, la domanda che, subitanea, ci viene alla mente è: “Perché Dio tollera il comportamento di Faraone? Perché non lo costringe ad accettare subito le proprie condizioni per la liberazione del popolo d’Israele?” Perché Dio è Creatore e nel Suo cuore non c’è l’idea di distruggere; per questo offre a Faraone per ben dieci volte la possibilità di ravvedersi. Dio non è dunque in ritardo, bensì esercita la pazienza. Noi attendiamo il Suo ritorno, tuttavia Egli ci prolunga l’attesa, in quanto è Suo desiderio che l’Evangelo sia promulgato per invitare tutto il mondo a ravvedimento. Dobbiamo prendere esempio dalla pazienza di Dio e cercare di farla nostra: è buono dunque mostrare tolleranza verso il peccatore, pur tuttavia non collaborare con lui nel peccato. Dobbiamo combattere lo spirito di peccato e non condannare il peccatore. Non meno importante è il tono con il quale ci rivolgiamo ai fratelli e più in generale al nostro prossimo.