Lettura da Filippesi 1:3-11
In questo brano si evince il carattere di un pastore interamente coinvolto, anche emotivamente, nella condizione spirituale dei fratelli. L’Apostolo esprime sentimenti di gioia per i Filippesi per la loro condotta, fedeltà e crescita spirituali.
I Filippesi erano costantemente presenti nel cuore dell’Apostolo che non trovava difficile presentarli a Dio in ogni preghiera d’intercessione. . Per quale motivo l’Apostolo aveva sentimenti così profondi per i Filippesi? Quali erano i nodi d’amore che lo tenevano così vincolato? La comunione (v. 5). Lo Spirito Santo lega i credenti in un’intima comunione che li aiuta a superare ogni diversità di razza, lingua, ceto, cultura e grado di parentela: I Giovanni 1:7 “…ma se camminiamo nella luce, com’Egli è nella luce, abbiam comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”. Matteo 12:50 “Poiché chiunque avrà fatta la volontà del Padre mio che è ne’ cieli, esso mi è fratello e sorella e madre.” Il progresso dell’Evangelo (v. 5). Erano accomunati da un unico obiettivo, erano consapevoli che le loro comuni sofferenze avrebbero contribuito all’avanzamento del Regno dei Cieli. Si sentivano gratificati, compresi, vicini. Le loro sofferenze non sarebbero state vane: Matteo 5:10 “Beati i perseguitati per cagion di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.” L’amore di Paolo nonostante le catene (v. 7). A nessuno piace essere riconosciuto come amico di un malfattore, ma i Filippesi non fecero scadere il loro affetto per l’Apostolo a motivo della sua prigionia I Pietro 4:8 “Soprattutto, abbiate amore intenso gli uni per gli altri, perché l’amore copre moltitudine di peccati.”
Filippesi
Filippesi – 01) Origini e prologo
La Lettera di Paolo ai Filippesi
Per comprendere meglio il messaggio rivolto dall’Apostolo Paolo a questa chiesa, è necessario comprenderne prima il carattere e l’ambiente geografico, storico, morale e spirituale in cui il messaggio stesso è stato predicato.
Le origini
Filippi prende il nome dal suo conquistatore Filippo II il Macedone, padre di Alessandro Magno, nel 356 a.c. Anticamente si chiamava Krenedis (LE SORGENTI) ed era una città molto ricca di giacimenti d’oro e di argento, per questo motivo fu sempre una città ambita da ogni condottiero straniero. La città cadde nelle mani dei Romani intorno al 168 a.c. e nel 42 divenne palcoscenico della battaglia combattuta da Ottaviano e Antonio contro Bruto e Cassio, gli assassini di Cesare. Atti 16:11-12 “Perciò, salpando da Troas, tirammo diritto, verso Samotracia, e il giorno seguente verso Neapoli, e di là ci recammo a Filippi, che è città primaria di quella parte della Macedonia, ed è colonia romana; e dimorammo in quella città alcuni giorni.”