Lettura da Filippesi 3:1-7
Siamo testimoni di sconcertanti fatti di cronaca che vede vittime bisognose, generalmente malate, spesse volte credulone. Un misto d’ingenuità, ignoranza e bigottismo religioso permette il proliferare di approfittatori che mirano a carpire la buona fede di molti semplici. Ma non è solamente una triste realtà dell’era moderna. In questa sezione l’Apostolo Paolo desidera mettere in guardia i suoi lettori da questi spiriti seduttori. Egli insiste su questo argomento (v. 1) ed usa termini severi ed inequivocabili. Forse troppo duri ed offensivi per alcuni, ma non dimentichiamoci della natura pastorale dell’Apostolo. Come un buon padre, disposto a tutto per salvare dai pericoli i propri figli, così l’Apostolo non risparmia termini e toni perentori pur di strappare i suoi lettori dalle zanne del “leone ruggente”. Non sono mai sufficienti le esortazioni e le precauzioni usate, le astuzie del “serpente dementatore” sono così sottili e subdole da poter incantare le anime semplici e bisognose. L’Apostolo chiama questi individui “cani”, “cattivi operai” e “quelli della mutilazione” (v. 2).