Una storia significativa

Il giorno dopo una bella carrozza attraverso i miseri campi dello scozzese; ne scese un gentiluomo elegantemente vestito che si presentò come il padre del ragazzo che Fleming aveva salvato: “Vorrei ripagarvi” gli disse il gentiluomo “avete salvato la vita di mio figlio.” “Non posso accettare un pagamento per quello che ho fatto.” Replicò il contadino scozzese rifiutando l’offerta.  In quel momento, il figlio del contadino si affacciò alla porta della loro casupola. “E’ vostro figlio?” chiese il gentiluomo. “Si” rispose il padre orgoglioso. “Vi propongo un patto: lasciate che provveda a dargli lo stesso livello di educazione che avrà mio figlio. Se il ragazzo assomiglia al padre, non c’è dubbio che diventerà un uomo di cui entrambi andremo orgogliosi.” E così accadde. Fleming era un povero contadino scozzese. Un giorno, mentre stava lavorando, sentì un grido d’aiuto venire da una palude vicina. Immediatamente lasciò i propri attrezzi e corse alla palude. Lì, bloccato fino alla cintola nella melma nerastra, c’era un ragazzino terrorizzato che urlava e cercava di liberarsi. Il fattore Fleming salvò il ragazzo da quella che avrebbe potuto essere una morte lenta e orribile.

Una fede non finta

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dalla predicazione del 07 Aprile 2010

Lettura da II Timoteo 1:5

L’Apostolo Paolo incontra questa benedetta famiglia in una città licaonica (Derba o Listra) in Asia Minore, da lui visitata nel corso del suo primo viaggio missionario. Egli sentì parlare in modo favorevole del giovane Timoteo e volle portarlo con sé, da quel momento divenne un valido aiuto e tenace combattente cristiano nelle lotte spirituali di Paolo. L’Apostolo manifesta grande stima per la mamma Eunice e per la nonna Loide perchè vede nel giovaneTimoteo il frutto della loro costanza e fede in Dio. Queste due donne erano d’origine giudaica e (non si sa per quale motivo) si trovavano in Asia.

L’amico eccellente

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dalla predicazione del 31 Marzo 2010

Lettura da Giovanni 15:13-15

 Talvolta confondiamo l’amicizia con la compagnia, le frequentazioni. L’amicizia è un rapporto che nasce dal cuore, che si sceglie, che non dipende dalle circostanze. Il vero amico ama sempre, soprattutto nella distretta. E’ come uno specchio che riflette le nostre emozioni. Un buon esempio biblico è l’amicizia tra Davide e Jonathan: erano amici e si amavano come la loro anima. Tutti noi vorremmo avere un amico come Jonathan; egli si schiera contro Saul, suo padre, per salvare l’amico (I° Samuele 19:1-6), e caricandosi delle colpe di Davide (19:29-34), rischia tutto (23:17). Jonathan è figura di Cristo, infatti, Egli si è caricato dell’ira del Padre per salvarci. Gesù, dunque, è veramente il nostro amico per eccellenza. Ma noi lo trattiamo come tale?

La puntura dell’ape

Una famiglia in vacanza viaggiava in auto, con i finestrini abbassati, godendosi la brezza di una giornata di sole.
All’improvviso, una grande ape nera sfrecciò attraverso il finestrino aperto, cominciando a ronzare. La figlioletta, allergica alle punture d’ape cercò, terrorizzata, di nascondersi rannicchiandosi sul sedile posteriore. Se fosse stata punta, infatti, sarebbe morta in meno di un’ora.
“Oh papà” gemette, “è un’ape! Sta per pungermi!”.
Il padre fermò l’auto e cerò di catturare l’insetto. Ronzando verso di lui, l’ape andò a sbattere contro il parabrezza, ed il padre riuscì ad intrappolarla nel suo pugno. Tenendola nella sua mano chiusa, egli attendeva l’inevitabile puntura. L’ape, infatti, lo punse e, mosso dalla comprensibile sofferenza, aprendo la mano, permise all’insetto di volare nuovamente all’interno dell’abitacolo.

L’esame di un missionario

Alle tre di un freddo mattino, un candidato missionario si presentò alla porta dell’esaminatore. Lo s’introdusse nello studio, dove attese fino alle otto per il colloquio. Un uomo anziano, si presentò, dunque, per fargli delle domande.
“Sai scrivere?” “Si!” rispose il missionario.
“Allora scrivi: pane.” Egli lo scrisse.
“Conosci i numeri?” “Si!”
“Quanto fa due per due?” “Quattro!”
“Splendido!”, disse l’anziano, “Credo che tu abbia superato l’esame; ci vediamo domani, davanti alla commissione.”

Servitori fedeli

dalla predicazione del 28 Febbraio 2010
 paneLettura da Giovanni 2:1-12

L’universalmente noto racconto delle nozze di Cana, presenta il primo evidente miracolo di Gesù: quello in cui trasforma l’acqua in vino! Abbiamo anche noi bisogno di potenti manifestazioni per credere? “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (Giovanni 20-29). I personaggi principali di questo  brano sono Gesù e Maria, sua madre. Tuttavia, vogliamo puntare la nostra attenzione su delle comparse, o meglio su delle “apparenti” comparse: i servitori.Utilizziamo, infatti, questo testo, per parlare di servizio, di qualità e durata del servizio, di ubbidienza, dunque, nel servizio. E’ necessario fare una premessa: dalla lettura evinciamo che Gesù è ad una festa, non è votato all’eremitaggio, non è prettamente un religioso a se stante.Gesù è gioia e felicità.La nostra felicità non dipende dalle circostanze, bensì dalla nostra fede. Lodiamo Dio non solo per ciò che fa nella nostra vita, bensì e soprattutto per chi Egli è!Ad una lettura superficiale il miracolo di trasformazione dell’acqua in vino, ci pare minore, rispetto alla guarigione del cieco Bartimeo (Marco 10:46-52) oppure rispetto addirittura alla resurrezione di Lazzaro (Giovanni 11:1-45).

Fate tutto quello che vi dirà

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dalla predicazione del 21 Febbraio 2010
Lettura da Giovanni 2:1-12
Gli accadimenti di Cana sono, ancora una volta, forieri di riflessione. Un altro personaggio attira la nostra attenzione, colei che funge da anello di congiunzione tra Gesù ed i servitori: Maria, Sua madre. Rileggendo i fatti di Cana con gli occhi di Maria, parleremo di intercessione. Dalla predicazione del Pastore Raffaele Lucano 07 Marzo 2010Il suo accorato appello “Non hanno più vino” (v.3), sembra suscitare un brusco riscontro da parte di Gesù, “Che c’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta”(v.4), tuttavia rende maturo il tempo per il Suo primo palese miracolo. Subitanea emerge la consapevolezza che Maria è sottomessa a Gesù, ubbidiente, favorita dalla grazia, ma non divina, bensì umana.

Siate riconciliati con Dio

pontedalla predicazione del 07 Febbraio 2010

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione. Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.”(II° Corinzi 5:17-21)

Almeno una volta nella vita, a tutti noi è certamente capitato di subire un torto. Umanamente, siamo portati a mostrare il comportamento che riflette il nostro carattere: se siamo deboli, saremo portati a “lasciar correre”, se invece siamo forti, il nostro intento sarà quello di far valere, ad ogni costo, la nostra “legittima” posizione.

Una nuova vita in Gesù

IMG_9713BSono una figliola di Dio da quindici anni. Quando il Signore è entrato nel mio cuore, ero già sposata e madre di due bambini. Non sono nata in una famiglia cristiana, ma c’è sempre speranza al calvario di Cristo. Mediante mia sorella, nella mia fanciullezza, ho frequentato la scuola domenicale e lì, ho potuto conoscere la verità.  A motivo di alcune circostanze, all’età dell’adolescenza non ho camminato per essa e mi sono allontanata dalla chiesa. Nel mio cuore però ho sempre serbato l’amore per il Signore. Grazie alla Sua smisurata misericordia, a distanza di anni Egli è entrato nella mia vita e da quel giorno, malgrado le mille difficoltà, vi ha ininterrottamente dimorato. Quando penso alla mia esistenza, scopro che comunque Dio, sebbene fossi soltanto una Sua creatura, nella Sua onniscienza mi ha guardata, protetta ed ha cominciato a costruire la mia esistenza come tanti tasselli di un puzzle (finora incompleto!). Sono certa di quanto affermo, poiché l’Iddio nostro, in passato, si è servito di mio padre e di mia madre affinché avessi un’educazione rigida, e, seppur non biblica, è stata comunque di sani principi morali perciò, in virtù dell’aiuto divino, non ho praticato inopportune esperienze nel mondo. Sebbene il Signore mi parlasse, io non riuscivo ad ascoltare la Sua voce.

 

Una vita piena

“In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre, e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giovanni 14:12-14)

boscoAmicheDiNaomi La vita cristiana è una grande avventura, è una vita con uno scopo e con la potenza per realizzarlo. Naturalmente non possiamo compiere grandi cose con le nostre sole forze, poiché necessitiamo dell’unzione dello Spirito Santo. Cosa significa ciò? Oltre ad avvicinarci a Dio con la preghiera e fortificare la nostra fede leggendo e meditando la Sua Parola, dobbiamo avere la mente di Cristo, il cuore di Cristo, le labbra di Cristo. Così come i discepoli vennero trasformati dalla potenza divina, da uomini timorosi in efficaci testimoni di Cristo, ed usati dal Dio per cambiare il corso della Storia, ancora oggi, Egli è alla ricerca di uomini e donne ubbidienti e decisi a servirlo con zelo. Pur consapevoli delle difficoltà questi servitori non si scoraggiano di fronte agli imprevisti, non sottovalutano gli ostacoli che incontrano nell’intraprendere un’opera per il Signore, nondimeno permettono che tali impedimenti fermino il loro cammino spirituale.