Un sant’uomo ebbe un giorno la possibilità di conversare con Dio e Gli chiese: “Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e ’Inferno”. Dio lo condusse verso due porte. Aprì una di esse e gli permise di guardare all’interno. Al centro della stanza, c’era una grandissima tavola rotonda. Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant’uomo sentì l’acquolina in bocca. Le persone sedute attorno alla tavola, però, erano magre, dall’aspetto livido e malato. Sembravano tutti affamati. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’, ma, poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca. Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio gli disse: “Hai appena visto l’inferno”. Dio ed il sant’uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l’aprì.La scena che l’uomo vide era uguale alla precedente.
Scritti
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Ho fame, perciò non mangio
Avete mai sentito qualcuno che dice: “Ho fame, tanta di quella fame, che non voglio mangiare nulla”? Io no! Oppure dire: “Ho sete, tanta di quella sete, che non voglio bere nemmeno un goccio d’acqua”? Io no! O anche dire: “Sono stanco, talmente stanco che non mi voglio riposare”? Io no! Oppure ancora: “Ho sonno, ma tanto di quel sonno che non mi voglio mettere a letto”? Io no! Eppure capita ogni tanto di sentire qualche anima che dice: “Non vengo al culto perché mi sento abbattuto, annoiato, deluso, scoraggiato”. Non dovrebbero, queste condizioni, essere di maggior stimolo per cercare il volto del Signore e per udire una parola dalla Sua bocca?
I segnali di Dio
Ogni sera, un vecchio arabo analfabeta pregava con un fervore tale che il ricco proprietario di una grande carovana decise di convocarlo. Gli chiese: “Perché preghi con tanta fede? Come puoi sapere che Dio esiste, visto che non sei nemmeno capace di leggere?” “Ma io so leggere, signore. Leggo tutto ciò che il Gran Padre Celeste scrive.” “E … come fai?” L’umile e anziano servitore spiegò: “Quando ricevete una lettera da una persona lontana, in che modo riconoscete chi l’ha scritta?” “Attraverso la calligrafia.” “Quando ricevere un gioiello, come riuscite a sapere chi l’ha realizzato?” “Dal marchio dell’orefice.”
Teofilo e l’allevatore
Teofilo disse a Crisostomo, un povero allevatore da poco convertito: “Crisostomo, se tu avessi cento maiali, ne daresti cinquanta per l’opera del Signore?” “Si, certo!” “Faresti lo stesso se avessi cento mucche?” “Sì Teofilo, lo farei!” “E se tu avessi cento cavalli?” “Certamente!” “Ma se tu avessi due pecore, ne daresti una al Signore?”
Da figlia di credenti, a giovane credente
Leggere, meditare, arrendendersi, rinascere in Cristo
Prima che il Signore mi portasse in questa Chiesa, frequentavo la chiesa cattolica, andavo a messa la Domenica e tutto finiva lì. Non avevo mai meditato la Parola ispirata da Dio, non avevo ancora incontrato Gesù, ma tenevo che i miei alunni ed i loro genitori vedessero che io credessi in Dio e che frequentassi la chiesa. Mi sembrava di essere in pace con me stessa: insegnavo, i risultati erano soddisfacenti, avevo superato un concorso ed ero passata di ruolo, avevo conseguito anche un diploma di religione e mi sembrava di essere arrivata, ma non era così, era tutta apparenza.
Il mio incontro con Dio
Innamorarsi di Gesù
Più di trent’anni fa, una mia carissima amica, ora sorella in fede, mi ha parlato di Gesù e della salvezza. Devo ammettere che all’inizio ero piuttosto scettica, pensavo che una religione valesse l’altra, tuttavia, la sua insistenza nel mostrarmi l’insostenibilità del paragone tra il Cristo vivente ed una sterile religiosità, stuzzicò la mia curiosità, cominciando ad affascinarmi, irrimediabilmente, giorno dopo giorno. Ricevetti da lei una Bibbia in dono e cominciai a leggere, bramando conoscere Gesù, del quale mi innamorai con tutto il mio cuore.