Scritti
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Le lenzuola sporche
Una giovane coppia di sposi novelli andò ad abitare in una zona molto tranquilla della città.
Una mattina, mentre bevevano il caffè, la moglie si accorse, guardando attraverso la finestra, che una vicina stendeva il bucato sullo stendibiancheria.
Guarda che sporche le lenzuola di quella vicina! Forse ha bisogno di un altro tipo di detersivo…
Magari un giorno le farò vedere come si lavano le lenzuola!.
Il marito guardò e rimase zitto. La stessa scena e lo stesso commento si ripeterono varie volte, mentre la vicina stendeva il suo bucato al sole e al vento.
Dio é Fedele!
Desidero raccontare quello che Gesù ha fatto nella mia vita. Per molti potrebbe essere scontato che la scelta di uno figlio nato e cresciuto in una famiglia cristiana sia quella di seguire Cristo ma non è sempre così logica. Scegliere per Gesù è una decisione personale che passa necessariamente da una esperienza a tu per tu con Dio. Solo in quel momento si comprende quanto amore Dio Padre ha avuto per noi, donandoci Suo Figlio a morire per i nostri peccati. Come dicevo, la mia infanzia è stata incentrata dalla presenza di Dio costantemente sentita nella quotidianità di casa nostra. Non si è cristiani solo la domenica, ogni giorno Gesù era nominato e adorato, sin dalle prime luci del mattino. Mio padre fu chiamato al Suo servizio ancora quando io non ero nato, l’educazione cristiana mi è stata insegnata, a volte, per me, in maniera troppo assillante. Vivevo Gesù come persona presente, un amico sul quale potevo confidare e credevo nella sua esistenza perché ero testimone di grandi miracoli attraverso esperienze dei miei genitori o fratelli e sorelle nella chiesa. Ma nulla di tutto ciò ti salva finché non fai di Gesù il tuo personale Salvatore.
Chiesi a Dio…
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese: Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto: mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me: Egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita: mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo, ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini nessuno possiede quello che ho io!.
Perchè cerchi il Vivente tra i morti
Si fa un gran parlare su quella che viene chiamata Sacra Sindone, ovvero il supposto lenzuolo che avvolse Gesù dopo la sua morte. Attualmente esposta nel Duomo di Torino, meta di turisti religiosi e non, essa rappresenta un’icona per molti religiosi Cattolici. Ultimamente, però, nuovi esami provenienti da due ricercatori dell’Università di Liverpool e del Cicap(Comitato Italiano delle Affermazioni sul Paranormale) hanno dimostrato che metà delle macchie di sangue presenti sul lenzuolo non sarebbero compatibili (false) con la posizione del crocifisso, in particolare quelle dei polsi e della regione lombare. Analisi approfondite sulla composizione delle restanti macchie non sono state eseguite e non è certo che siano sangue o altro materiale. I due studiosi hanno concluso che, secondo loro, la Sacra Sindone non sarebbe altro che un prodotto artistico medievale (1260/1390).
Io, rinata in Cristo
Sono nata in una famiglia con tanti problemi, uno di questi l’alcol. Ero una neonata e per parecchi giorni ho avuto febbre; mia madre molto preoccupata ha smesso di ubriacarsi. Il pediatra non si spiegava il motivo di questa febbre. Senza l’aiuto di nessuno e nella sua disperazione cercò aiuto in Dio. Fu accolta in una chiesa cristiana, i fratelli conoscendo il suo bisogno presentarono Gesù come risposta, pregarono per me e senza prendere medicina il Signore mi guarì.
Il tempo passò ma non i problemi, mia madre lamentevolmente si allontanò da Gesù e dalla chiesa e la situazione a casa si aggravava ancor di più. Come risultato sono cresciuta con molte insicurezze, credevo di essere un peso per loro, una buona a nulla; avevo un vuoto profondo e insoddisfazione. Ho cercato un senso al mio esistere: nell’ amicizia, nel divertimento, nel lavoro, nella religione (volevo diventare suora), anche nell’amore; ma nulla. Il vuoto dentro di me si faceva sempre più profondo. Stanca della mia vita, ho detto a Dio: se esisti davvero aiutami perché non voglio più vivere. Poco tempo dopo mia madre ritornò a Gesù. Vedere Il Signore trasformare la sua vita mi incuriosiva.
Accettai l’invito a una riunione giovanile, la semplicità, la felicita, la gioia che emanavano mi stupiva, volevo conoscere quel Dio. Ogni dubbio in me svanì. Con molta pazienza il Signore iniziò l’opera di salvezza con il suo grande amore, trasformando il mio cuore e i pensieri.
Ho dato la mia vita a Gesù e Gli ho chiesto continuare a riempire il mio vuoto, dare senso alla mia esistenza. Da quel giorno non fui più la stessa, Dio guarì ogni mia ferita, realizzai il Suo amore e perdono. Egli mi promise di non lasciarmi e non abbandonarmi mai; fino a oggi è stato fedele.
Anita
Indignazione e tristezza
Allora Gesù, guardatili tutt’intorno con indignazione, contristato per l’induramento del cuor loro, disse all’uomo: Stendi la mano! Egli la stese, e la sua mano tornò sana. (Marco 3:1-6)
Il sabato, giorno di riposo sin dalla creazione del mondo, divenne una legge perentoria al centro della quale doveva esserci il bene dell’uomo. I Farisei trasformarono la gioia del sabato in un formalismo gretto e pedante sabatarismo. Ecco alcuni assurdi precetti da osservare quel giorno: Non calpestare l’erba perché equivaleva a trebbiare; Non portare scarpe chiodate, equivaleva portare dei pesi. Anche dinanzi ad un reale bisogno i Farisei pretendevano la cieca osservanza.
L’inefficacia della legge
Poi (Gesù) disse loro: Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato. (Marco 2:23-28)
Ancora una volta sembra che Gesù voglia stimolare i lettori a trasgredire la legge. Così non è! Da buon Ebreo, Egli predicava e metteva in pratica tutta la Legge di Dio. Ma nel Suo cuore vi è, prima di tutto, il bene della persona. Ciò non significa che il fine giustifica i mezzi ma con grande sensibilità Egli mette al primo posto ciò che è utile per il benessere dell’uomo. D’altronde, nella compagine dei suoi seguaci non vi era una èlite di personaggi per bene, per questo motivo veniva accusato di avere comunione con i peccatori, coi diseredati, gli emarginati. Inconsapevolmente dichiaravano il profondo significato della Sua missione: “E Gesù, udito ciò, disse loro: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non son venuto a chiamar de’ giusti, ma dei peccatori” Marco 2:17.
Ama te stesso
Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo meraviglioso, stupendo. Maravigliose sono le tue opere, e l’anima mia lo sa molto bene. (Salmi 139:14)
Una delle maggiori difficoltà umane è realizzare un’armonica ed equilibrata considerazione di se stessi. Al di fuori della sfera spirituale, specchio della Parola di Dio, è impossibile! Mentre da una parte si tende a esaltare il proprio ego, dall’altra si pone scarsa valutazione della preziosità del nostro essere. In Genesi 1:31 è scritto: E Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Così fu sera, poi fu mattina: e fu il sesto giorno. Lo disse, in particolar modo, nel vedere l’uomo, la Sua creatura per eccellenza. Lo ha fatto a Sua immagine e somiglianza e vi espresse tutta la Sua intelligenza.
A mani alzate
Io voglio dunque che gli uomini faccian orazione in ogni luogo, alzando mani pure, senz’ira e senza dispute. (I Timoteo 2:8)
Ogni giorno sentiamo dalla cronaca di uomini che “alzano le mani” sui più deboli, donne, anziani e bambini. Alzare le mani è una manifestazione di debolezza caratteriale e l’espressione di istinti bestiali. Anche i credenti “alzano le mani” ma con scopi ben diversi. Alzare le mani è un segno di arresa; apriamo le palme per mostrare che non vi è alcuno strumento di offesa e ci si rimette completamente nelle mani del vincitore.