Solitudine

solitudineNon ho alcuno che … (Giovanni 5:7)

L’uomo di questa triste vicenda, seppur a lieto fine, si trovava in una condizione di assoluta drammaticità. Era malato di una forma di paralisi che gli permetteva di muoversi solamente di pochi centimetri la volta. Malato da lunghissimo tempo (38 anni) aveva ben poche speranze di riuscire a tuffarsi nelle acque della piscina prima degli altri malati. Negli anni aveva faticosamente raggiunto una delle prime postazioni al bordo della piscina. Giorno per giorno, instancabilmente, il suo sguardo era fisso sul movimento dell’acqua ma non aveva alcuna possibilità perché prima di lui qualcuno, meno impossibilitato, si gettava nella piscina prima di lui.

L’amore non è bello se è…

femminic2Dio ama la donna ma l’uomo? Il fenomeno del femminicidio è entrato a far parte del nostro quotidiano attraverso un sistema di telecomunicazioni (tv, radio, social network) dilagando sempre di più nel nostro Paese. Femminicidio è un termine che indica qualsiasi tipo di violenza subita dalla donna con lo scopo di annientarne l’identità con l’assoggettamento fisico e psicologico, fino a ridurre alla schiavitù o alla morte. Di recente molti casi hanno toccato la sensibilità del popolo italiano; uno di questi è l’omicidio della ragazza diciassettenne Noemi, oppressa dalla morbosità del suo compagno di possederla e negarle la libertà. Secondo alcuni dati Istat, la causa di questi brutali episodi è la gelosia e la possessione nei confronti della vittima. Purtroppo alcuni uomini confondono queste passioni con l’amore e la paura di perdere la propria compagna li porta ad atti di violenza.

Il coraggio di ricominciare

IMG-20160703-WA00011Come tante altre persone sono nata in una famiglia cattolica con tutte le loro tradizioni.Ricordo che da piccola, durante le vacanze, andavo in campagna dalla mia amata nonna materna che, nella sua semplicità, mi ha insegnato ad avere timore di Dio. Nonostante ciò non ho mai imparato a recitare le preghiere, non ho fatto né comunione né cresima. Però ritenevo un bene andare in chiesa a pregare e ad accendere lumini alle statue e ai morti sepolti nel cimitero. All’età di 19 anni e mezzo circa, ho avuto mio figlio che ha dovuto trascorrere parte dei suoi anni con i miei genitori.  Ero una ragazza madre, giovane e non ho avuto il coraggio di prendermi la responsabilità di accudire un bambino. Dopo aver lasciato la casa genitoriale ho provato esperienze diverse in mondi particolari: Ballerina, modella, persino la politica.  Mi ritenevo una bella ragazza e nella mia ingenuità credevo alle favole del successo e della notorietà, inganni di questo mondo. Mi trovai ben presto smarrita sulla via della vanità. Dopo alcuni anni vissuti a Milano, ho intrapreso gli studi di naturopatia e aperto un centro di medicina naturale ma una segretaria, appena assunta, con mezzi, a dir poco diabolici, mi ha portata in poco tempo a chiudere l’attività. All’età di circa 47 anni mi sono trovata a vivere in casa di mio figlio stanca e confusa.  Delusa e senza aspettative ho iniziato a leggere un libro dal titolo: “La battaglia del Signore”.  Ho compreso che, come sostiene la Bibbia, è in atto una guerra spirituale tra il bene e il male, tra Dio e Satana e nel mezzo c’è l’umanità che subisce le influenze diaboliche. Ma ho anche scoperto che Dio ha dato Suo Figlio Gesù a morire sulla croce per darmi la vittoria sul male e che questa guerra non era mia ma di Dio.

Benedire Dio

animamiaAnima mia, benedici il Signore! (Salmo 104:1)

Benedire Dio è ben diverso dall’essere benedetti da Dio. Questa è l’espressione dell’amore di Dio che viene sparso nei cuori degli uomini gratuitamente e lo fa prosperare in ogni cosa. Poiché l’uomo, a motivo della sua natura non ha alcun che da offrire al prossimo, tanto meno a Dio, la benedizione espressa nei Suoi confronti si limita a “dire bene” con parole, pensieri ed atteggiamenti. Seppur limitata nella sua profondità spirituale, benedire Dio è l’attitudine che Dio gradisce poiché rallegra il Suo cuore. Benedire Dio significa anche essere dalla Sua parte, abbracciare la Sua causa nella lotta contro il male.

La bicicletta di Dio

LA BICICLETTA DI DIOIn una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: “Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene la mia vita? Come posso essere sicuro che tutto ciò che faccio è quello che Dio mi chiede di fare?”. Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: “Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch’io cercavo, inutilmente, una risposta a queste domande. Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti. Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem. E notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare. Ma poi avvenne che Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante. Che cosa era successo da quando ci scambiammo i posti? Capii che quando guidavo io, conoscevo la strada. Era piuttosto noiosa e prevedibile. Era sempre la distanza più breve tra due punti. Ma quando cominciò a guidare lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità a rotta di collo. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella! Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire: “Pedala, pedala!”. Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: “Signore ma dove mi stai portando?”.

Troppo tardi

sepolcrookMarta dunque disse a Gesú: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto (Giovanni 11:12)

Finchè Lazzaro, fratello di Marta e Maria ed intimo amico di Gesù, era ancora in vita, le due sorelle nutrivano la speranza dell’intervento divino ma l’attardarsi di Gesù aveva prodotto in loro la fine di ogni speranza. Lazzaro era morto. Chi potrebbe mai sperare contro ogni speranza? La morte sembrava aver sopraffatto la vita e Gesù, lo si evince dal tono delle parole di Marta, poteva averne qualche responsabilità. Per le sorelle non c’era più nulla da fare! Ma il tempo non è un problema di Dio ma dell’uomo.

Un cuore pronto

cuoreprontoIn data 25 marzo 2017, Milano ha ospitato una delle figure religiose più famose e osannate dal mondo cattolico: Papa Francesco. La città ha adottato misure di sicurezze massime per rendere il luogo più protetto, accogliente e dignitoso affinché ogni fedele, e non, potesse vivere tale esperienza nell’incolumità fisica. Misure adottate solo temporaneamente e per particolari eventi. Gli stessi fedeli si sono attrezzati di gadget con l’immagine del papa per essere in tema con l’evento e avere un ricordo della giornata trascorsa. La città si era preparata per accogliere il papa e, mi chiedo, se noi siamo pronti per ricevere Cristo Gesù nel nostro cuore, almeno, con la stessa cura e attenzione. La visita del papa ha sicuramente rallegrato il cuore e ravvivato una pseudo speranza nel cuore di molti ma nulla di più. Al di là di ogni sentimento, nulla è cambiato in loro. Solo Gesù può cambiare la condizione dell’uomo. Non tutti sono consapevoli del grande bisogno di Cristo. Molti si accontentano di un “surrogato” che produce solo illusione. E’ necessario riconoscere il bisogno di Dio e non di una figura.

La mia vita appartiene a Cristo

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A motivo del suo stato d’animo turbato, venni a conoscenza che frequentava una chiesa cristiana evangelica e da lì si rese conto che quello che aveva fatto non era buono agli occhi di Dio e che la cosa più giusta da fare era di ricongiungersi e ritornare a Lui. La notizia della loro riconciliazione mi sconvolse. Mio padre cominciò a raccontarmi di questa fede che stava vivendo con mia madre, di come il Signore parlò ai loro cuori affinché potessero riconciliarsi per il loro bene e quello dei propri figli. Mi parlava di questo Gesù come da persona innamorata, mi raccontava come Lui poteva consolare il mio cuore durante i momenti di sconforto e difficoltà. 

Nelle sue mani

manimondo“Il Signore è colui che ti protegge” (Salmo 121:5)

Ho lavorato oltre trent’anni presso un prestigioso Istituto Bancario Italiano in un periodo particolare in cui le banche erano prese di mira dai rapinatori. In tutto questo periodo, per ben quindici volte mi sono trovato coinvolto in queste circostanze di malavita ma non mi sono mai trovato direttamente in pericolo. Dio ha sempre protetto la mia incolumità fisica. Viviamo in una realtà in cui i valori morali e persino il necessario e naturale rispetto umano hanno perso significato.